Feb 10
Comunicato stampa Gruppo Consiliare PD Comune di Todi
Feb 01
Centro storico di Todi: i dati del varco elettronico
Dopo un mese di rilevazioni è possibile disporre ora di rapporto statisticamente significativo dal quale emerge che, dal lunedì al venerdì, entrano dal varco ogni giorno dai 1.500 ai 1.600 mezzi, con punte anche di 1.800 veicoli al giorno; al sabato la media scende a 1.250, mentre la domenica, con la ZTL attiva per l’intera giornata, a poco più di 800 transiti.
Gen 31
Lettera aperta di Maurizio Pierdomenico pubblicata integralmente
Non è consuetudine di todinforma.it pubblicare lettere aperte, ma questa volta viene fatto in modo del tutto eccezionale,per cui tale modalità non verrà più ripetuta
Egregio Signor Sindaco Avvocato Antonino Ruggiano con riferimento alle Sue affermazioni in sede di consiglio comunale del 25 gennaio u.s. mi permetto di dissentire in merito alle dichiarazioni da Lei espresse “… senza sprezzo del ridicolo raccontare le bugie ai cittadini italiani”; “… è più conveniente inventarsi le cose”. Dissento in quanto mi sento direttamente coinvolto come cittadino che fa affermazioni a Lei non gradite e, quindi, sempre secondo Lei, false.
Premetto che non intendo entrare nel merito delle attività del consiglio comunale durante il quale ha definito la discussione una “pantomima” ma, confesso di non avere compreso a chi era rivolta l’etichetta, se a coloro che cercavano di sostenere una discussione con argomentazioni o a chi taceva e alzava la mano. Ma questa è una mia mancanza.
Egregio Signor Sindaco, non è questione di dire o meno bugie o di avere la verità in tasca ma di visione del mondo che è diversa.
Lei ha citato il “Libro Bianco sull’incenerimento dei rifiuti urbani” (settembre 2020) dimenticando, ma penso sia una svista, l’altro studio, molto interessante, “Rapporto sul recupero energetico da rifiuti in Italia”del 2023 con dati riferiti all’anno 2022. Bene io li ho letti entrambi come penso abbia fatto anche Lei. Entrambi sono molto, se non totalmente, vicini alla Sua visione.
Mi consenta alcune osservazioni a partire da chi firma (non come autore su cui non mi permetto di eccepire) le due pubblicazioni: “UTILITALIAimprese acqua ambiente energia”. Ecco, io qualche domanda me la sono fatta. Per carità tutto legittimo però se pensiamo che UTILITALIA racchiude tutte le aziende interessate al tema, di cui è presidente Filippo Brandolini (Presidente HERAMBIENTE Spa Bologna), Vicepresidente Vicario Luca Dal Fabbro (Presidente IREN Spa Reggio Emilia),Vicepresidente Roberto Tasca (Presidente del Consiglio di amministrazione di A2A S.p.A. A2A Brescia) per citare alcuni nominativi significati, qualche perplessità sorge spontanea.
A me non interessa fare una gara a chi mette sul tavolo la bibliografia più lunga di studi come quelli sopra citati o di posizione completamente diversa (di cui mi auguro abbia letto qualcosa) anche perché né Lei né il sottoscritto siamo depositari della verità. Abbiamo sposato due visioni diverse che mi spingono a dire che sono contrastanti, mai che Lei dica bugie o dichiari il falso. Io ho dei timori, Lei no. Benissimo.
Restando in Umbria e mettendo da parte quanto descritto in precedenza. Io ritengoche in Umbria non occorra un inceneritore in quanto non abbiamo quantità idonea di rifiuto da bruciare o siamo al limite, rispetto alla capacità di quello proposto. E, se come ci auguriamo tutti tra cui anche Lei visto che è molto orgoglioso dei risultati di RD raggiunti a Todi, abbiamo un miglioramento della raccolta differenziata (in particolare il folignate e spoletino), riusciamo a recuperare i tessili con il nuovo impianto per i pannolini (questa è la strada!), incrementiamo il riuso attraverso i centri dedicati, facciamo una vera prevenzione (ad oggi è blanda) potrà facilmente intuire che i rifiuti da bruciare saranno ancora meno. Come alimenteremo per 30 anni l’inceneritore? Perdoni se continuo a chiamarlo “inceneritore”, d’altronde, anche il Libro Bianco da Lei citati titola“sull’incenerimento dei rifiuti urbani” e nel testo riporta i termini “Termovalorizzatore 18 volte; Termovalorizzatori 1 volta; Termovalorizzati 1 volta” mentre “Inceneritori 65 volte; Inceneritore 24 volte; Incenerimento 69 volte; Inceneriti 1 volta; Incenerito 1 volta”.
Mi permetto di fare mia, per quello che può valere, la posizione del prof. Piergiorgio Manciola (Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio dell’Università di Perugia) espressa nella seduta del Comitato Tecnico Scientifico del 15.11.2021 su Piano Regionale Rifiuti che Lei sicuramente conosce bene.
Testo riportato dal verbale di seduta del CTS: “Il prof. Manciola propone che il Piano possa prevedere soluzioni innovative con valenza ambientale prevedendo anche interventi sperimentali riguardanti l’utilizzo del CSS di qualità in impianti di gassificazione e la pirolisi dei fanghi di depurazione. A titolo personale il prof. Manciola evidenzia che la soluzione 1, prevedendo il trattamento termico di tutto il RUR fino a 130.000 t/anno (incenerimento con recupero energetico diretto), presenta diverse criticità legate alla gestione dei fumi e alla localizzazione per la realizzazione di un nuovo impianto di incenerimento. Il prof. Manciola ritiene che tale soluzione sia in larga parte tecnologicamente superata.”
Io ho gli stessi dubbi.
Manifestare questi dubbi è dire bugie oppure fa parte di una discussione?
La discussione sulla localizzazione la lascio ad altri.
Maurizio Pierdomenico
Gen 30
COMUNICATO STAMPA GRUPPO CONSILIARE PARTITO DEMOCRATICO TODI
RUGGIANO E LA SUA MAGGIORANZA VOTA IL SECONDO NO AL NO ALL’INCENERITORE A TODI
Ancora una volta su iniziativa dell’opposizione, all’ultimo Consiglio Comunale di Todi si è discusso sul tema della possibile costruzione dell’inceneritore dell’Umbria a Todi.
Il consiglio comunale del 23 novembre scorso era già servito per far riconoscere a Ruggiano che il territorio del Comune di Todi è tra quelli individuati dalla Regione come idonei a realizzare l’inceneritore. Sindaco e maggioranza, in quella seduta, hanno dichiarato che condividono il Piano di gestione integrata dei rifiuti della regione, che prevede anche l’inceneritore e hanno votatono alla proposta di dire no all’inceneritorea Todi. Dopodiché Ruggiano ha cominciato una campagna di comunicazione nel tentativo di cambiare la realtà: ha ripreso le dirette Facebook, (come se ci fosse la pandemia!) e ha cominciato a organizzare assemblee pubbliche nelle frazioni interessate alla realizzazione dell’impianto. Durante queste esternazioni una volta racconta che in realtà il territorio della MVT non è area idonea alla costruzione; un’altra volta dice che sì, in effetti, è idoneo il nostro territorio, ma comunque l’inceneritore non si farà, poi afferma che è un peccato perché è una grossa occasione che la città perde. Il tutto condito da attacchi aperti all’opposizione e ai cittadini che osano costituire comitati diffondendo falsità. Lui, povero! Sentendosi nell’angolo, insulta: bugiardi, terroristi, incapaci di fare i conti, incompetenti, tuona!
Sindaco e maggioranza hanno avuto l’occasione di mettere uno stop tecnico alla realizzazione dell’inceneritore a Todi, l’ordine del giorno dei gruppi di opposizione proponeva una modifica delle Norme Tecniche Attuative del PRG, per aumentare le distanze degli impianti insalubri di prima classe (l’inceneritore è di questo tipo) dai centri abitati da 500 a 1500 metri.Questo per rendereinidoneo il territorio del Comune di Todi alla realizzazione dell’impianto di incenerimento dell’Umbria. Era una proposta tecnica, che non obbligava ad esprimere contrarietà al piano regionale dei rifiuti, ma che semplicemente avrebbe consentito di porre un impedimento concreto alla costruzione dell’inceneritore a Todi. Nessuno della maggioranza è intervenuto nella discussione seguita all’esposizione dell’ordine del giorno, il Sindaco ha ricominciato con gli insulti. Nella foga dell’assalto gli è scappata una castroneria: “volete realizzare quel tipo di impianto in zona agricola” ha accusato. Se ne deduce che quindi l’inceneritore si farà comunque e che se si ponessero i limiti alle distanze si dovrebbe costruire in zona agricola. Sindaco e maggioranza hanno votato contro.
Questa la cronaca di una seduta di Consiglio in cui Sindaco e maggioranza hanno definitivamente gettato la maschera: loro l’inceneritore a Todi e in Umbria lo vogliono, noi pensiamo sia una scelta obsoleta, che contraddice le politiche di transizione ecologica verso la sostenibilità ambientale. Quello che Todi e l’Umbria vantano in termini di raccolta differenziata dei rifiuti rispettivamente 77% e il 68%, ottenuto con sacrifici e pesanti costi a carico dei cittadini (a Todi l’applicazione della TARI puntuale ha comportato l’aumento dei costi di gestione e quindi della tariffa da 3,078 milioni del 2017 a 3,800 milioni nel 2023) sarebbe vanificato dalla realizzazione di un impianto che ipoteca il futuro della regione per i prossimi 25/30 anni. La UE dal 2020 considera gli inceneritori una scelta residuale per la gestione dei rifiuti e non li finanzia più, considerando l’economia circolare, in cui si privilegiano riciclo e riuso dei materiali di scarto, il futuro. Perché il cuore verde dell’Italia dovrebbe scegliere il fumo nero della ciminiera di un inceneritore per costruire il suo futuro? Quali interessi stanno garantendo Tesei e Ruggiano? Certo non quelli di Todi!
Gen 02
DELIBERATA LA RIORGANIZZAZIONE DELLE STRUTTURE OSPEDALIERE UMBRE OSSIA LO SMANTELLAMENTO DEI SERVIZI SANITARI: LA SOLUZIONE FINALE!
COMUNICATO STAMPA RICEVUTO DA : CIVICI X TODI
GRUPPO CONSILIARE CIVICI X TODI – FABIO CATTERINI
La Giunta regionale il 28 dicembre ha deliberato l’atto di riorganizzazione della Rete Ospedaliera Regionale.
Per gli abitanti della Media Valle del Tevere è la certificazione del definitivo, programmatico, depauperamento dell’Ospedale di Pantalla, il quale perde ogni autonomia, dice addio alle specialità di chirurgia plastica, pediatria, urologia, gastroenterologia, oncologia.
Chiaramente delle terapie intensive promesse da Coletto a giugno 2022, ossia nel pieno della campagna elettorale per le amministrative tuderti, non vi è traccia.
Tutto in nome di una pretesa razionalizzazione, basata su numeri, addizioni e sottrazioni, senza tenere in alcun conto le specificità dei territori.
La Giunta lamenta il numero eccessivo delle strutture e la inadeguatezza delle loro dimensioni, con un solo DEA di I livello con oltre 300 posti letto ed ospedali di base per la maggior parte sotto ai 120 posti letto (i più grandi sono Umbertide con 148 posti letto e Pantalla con 100 posti letto).
I Pronto Soccorso vengono definiti “non pienamente efficienti” a causa della “struttura fisica delle sedi ospedaliere” (?).
Preso atto dell’impossibilità di realizzare rapidamente nuove strutture ospedaliere, la Giunta ritiene che la soluzione sia quella di “limitare la parcellizzazione dei posti letto per disciplina”, quindi programma di sopprimere quà e là alcune specialità (è il fulcro della cd “razionalizzazione”), per raggrupparle nelle strutture sede di DEA, lasciando agli ospedali di base solo 3 o 4 specialità, peraltro non gestite in autonomia, ma sotto la direzione delle stesse sedi DEA, che in tal modo ne avrebbero il controllo, compresa la programmazione degli interventi chirurgici.
Tutto questo per arrivare, secondo la Giunta, ad una configurazione ottimale costituita da 2.850 posti letto per acuti e 651 per post acuti (totale 3.501) suddivisi in 2 Aziende Ospedaliere Universitarie sede di DEA di II livello (con circa 1.400 posti letto totali); 4 Ospedali DEA di I livello con 300 posti letto cadauno (per un totale di circa 1.200 posti letto); 4 Strutture riabilitative con 100/150 posti letto cadauno oltre, last but not last, strutture private per coprire le necessità residue di posti letto per acuti e post- acuti.
Nella visione della Giunta vi dovrebbero essere 10 sedi ospedaliere anziché 18 (le attuali); gli ospedali di base (es. quello della Media Valle del Tevere) non vengono menzionati, quindi apparentemente sono superflui o peggio dannosi (!).
La soluzione “ponte” della Giunta quindi è quella di aggregare funzionalmente ciò che è separato fisicamente (una sorta di trasmutazione del piombo in oro), ossia in termini “colettiani”, “efficientare la rete senza ridurre i posti letto”.
L’efficientamento si realizzerebbe mediante la riduzione delle discipline nelle “piccole strutture ospedaliere” (Umbertide con 148 posti letto e MVT con 100 posti letto non sono propriamente piccoli ospedali!), ossia “massimo” 3 o 4 “discipline per acuti” (id est 3 o 4 reparti per ospedale!), di cui “solo la Medicina Generale attiva anche per le urgenze” (id est per urgenze diverse, si va tutti ai DEA).
Quanto alle discipline chirurgiche, la cura “Coletto” prevede che gli ospedali di base, oltre alle urgenze (quindi solo medicina generale) dovrebbero garantire solo interventi programmati dalla struttura DEA di riferimento “con una guardia interdivisionale notturna e festiva”, tradotto uno o più medici che nei fine settimana controllano se i pazienti ancora respirano (sic!).
Scendendo nel concreto e per quanto interessa la Media Valle del Tevere (con un bacino di 55.534 persone ed una estensione di 782 Km quadrati), l’ospedale di Pantalla, assieme a quelli di Castiglione del lago e Assisi sarebbero “integrati funzionalmente” con l’Azienda Ospedaliera di Perugia (DEA II livello) .
In particolare, l’ospedale di Pantalla si dovrebbe occupare di ricoveri urgenti di “area medica di media intensità” con ricovero dal pronto soccorso o trasferiti da Perugia; ricoveri programmati di ”media intensità di cura” limitatamente alle “discipline chirurgiche presenti”, con degenze a ciclo breve (week surgery e day surgery), chirurgia ambulatoriale.
Gli interventi chirurgici sarebbero garantiti anche da “équipes chirurgiche dell’Azienda Ospedaliera di Perugia presso gli stessi stabilimenti”.
Le visite e gli esami diagnostici sono limitati “alla tecnologia presente” nei singoli ospedali.
Le specialità di Pantalla saranno chirurgia generale, medicina generale, ortopedia e traumatologia, ostetricia e ginecologia (con soli 4 posti letto).
Scompaiono quindi specialità quali chirurgia plastica, pediatria, urologia, gastroenterologia, oncologia.
Delle terapie intensive promesse da Coletto a giugno 2022, come detto, non vi è traccia.
Questo è quanto.
Si tratta di una prospettiva di completo smantellamento della configurazione attuale, basata su un progetto chiaramente irrealizzabile anche nel medio periodo, ossia la costituzione, praticamente ex novo, di almeno 4 DEA di I livello con almeno 300 posti letto a testa (al momento solo Foligno garantisce questi numeri; Branca è ferma a 137, Orvieto 175, Città di Castello 182, Spoleto 147).
La paventata integrazione degli ospedali di base con le strutture DEA di II livello si traduce in un netto depotenziamento dei primi, nei quali dovrebbero rimanere massimo 3 o 4 specialità, con sale operatorie dedicate in massima parte agli interventi programmati dalla struttura DEA.
Nulla di buono neanche dal punto di vista delle competenze, in considerazione della precisazione dell’utilizzo delle sale da parte di equipe della struttura DEA.
Quindi strutture depotenziate sia dal punto di vista delle specialità che delle competenze.
E i cittadini?
In una organizzazione del genere, dove le specialità non sono solo suddivise, ma parcellizzate (massimo 3 o 4 specialità per struttura), la previsione è quella di spostamenti continui sia per esami che ricoveri.
Questo a fronte di una popolazione sempre più anziana, dove gli ultrasessantacinquenni sono almeno 1/4 della popolazione (26,8%), dove i giovani emigrano, quindi gli anziani sono spesso soli, in zone non servite da mezzi pubblici (campagna, piccoli borghi).
Ecco il paradosso: sempre più anziani e sempre meno servizi; Cormac McCarthy o i fratelli Coen avrebbero detto che l’Umbria ”non è un paese per vecchi” anche se, in realtà, è una regione di anziani.
Lo sconforto, è accentuato dalla mancanza di un piano sanitario regionale, ancora al palo, quindi dalla mancanza di linee guida che diano un senso, uno qualsiasi, alla riorganizzazione stessa.
Come reagire?
Il senso di impotenza è pervadente, accentuato dalla apparente indifferenza dei più.
Riprendendo le parole di Andrea Sisti, Sindaco di Spoleto, “Tesei e Coletto, con il benestare di Zaffini, hanno “regalato” in piene festività natalizie un progetto di annientamento della sanità pubblica che vedrà la sospensione e la chiusura di servizi ospedalieri in molti territori della regione.”
Penso al 1994, quando si paventava la chiusura dell’Ospedale di Todi; i comitati spontanei organizzarono manifestazioni alle quali parteciparono migliaia di persone.
Oggi protestano sparuti gruppi, poche centinaia di persone.
Eppure nessuno è indenne e tutti si lamentano.
La generale sfiducia verso l’azione politica non è sufficiente a giustificare un atteggiamento del genere, soprattutto perchè si parla di salute.
Al netto del risentimento e del revanscismo che domina in alcuni ambienti di destra, tale da sopraffare la ragione e distorcere, come in un caleidoscopio, la realtà, per il resto, per le persone normali, si tratta probabilmente di rassegnazione, distrazione, di atteggiamenti individualisti accentuati da decenni di imperante edonismo.
Il nichilismo ha definitivamente sopraffatto il senso civico?
Quanto agli amministratori Comunali, la Giunta di destra che governa Todi appare completamente allineata con la Giunta Tesei, probabilmente per gli interessi personali del Sindaco Ruggiano e del Vice Sindaco Ranchicchio, ambedue apiranti consiglieri regionali. Quindi, tutto bene madama la marchesa.
Non possiamo fare altro che resistere, resistere, resistere.
Dic 18
COMUNICATO STAMPA “DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO NELLA MVT: UN SCONTRO CAUSATO DA UNA CONDOTTA DISCUTIBILE DELL’AMMINISTRAZIONE RUGGIANO “
GRUPPI CONSILIARI PD – CIVICI X TODI FABIO CATTERINI – SINISTRA PER TODI – TODI CIVICA – PER TODI
La riforma del governo Meloni in tema di dimensionamento scolastico ha previsto la riduzione delle istituzioni scolastiche sedi di dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi; la regione Umbria si accinge ad attuarla; l’amministrazione Ruggiano si è adeguata a suo modo, fingendo di tutelare gli interessi della città, ma in realtà ha messo a rischio gli equilibri e le relazioni sinergiche instaurate da lungo tempo nella Media Valle Tevere.
Chi semina zizzania normalmente raccoglie tempesta; da cittadini tuderti speriamo solo di non uscirne, ancora una volta, con le ossa rotte.
Il quadro di riferimento.
La finanziaria 2023, la prima a firma Meloni, ha varato la nuova disciplina del dimensionamento scolastico. Il governo nazionale ha rivisto, a decorrere dall’anno scolastico 2024/2025 e fino all’anno scolastico 2026/2027, i criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi e la sua distribuzione tra le regioni, tenendo conto del parametro della popolazione scolastica regionale. Per l’Umbria, con tale disciplina, è prevista in un triennio la riduzione di 9 istituzioni scolastiche, delle quali 3 nel prossimo anno scolastico, 1 nel 2025/2026 e 2 nel 2026/2027.
Dopo la definizione, nello scorso mese di agosto, delle linee guida per il dimensionamento per il prossimo anno scolastico da parte della Regione Umbria, si è aperta la fase delle interlocuzioni a livello locale per avanzare proposte da presentare ai tavoli provinciali, preparatori alla delibera regionale.
La regione Umbria, al pari delle altre e come ogni anno, avrebbe dovuto esprimersi relativamente al dimensionamento entro il 30 novembre; come previsto dalla normativa, la stessa ha optato per un differimento temporale della decisione di durata non superiore a trenta giorni.
I fatti.
In questa situazione, che prevede necessariamente la soppressione di alcune istituzioni scolastiche autonome, il Comune di Todi, bypassando completamente ogni opportuno tavolo di dialogo e confronto a livello locale e decidendo di muoversi come un elefante in una cristalliera, si è messo a seminare zizzania nella Media Valle del Tevere.
Continuando a perseguire lo splendido isolamento in cui l’amministrazione Ruggiano ha chiuso Todi, la Giunta tuderte non ha promosso un accordo dei Comuni della Media Valle del Tevere sul parere da produrre prima alla provincia e poi alla Regione; al contrario, nottetempo, alla chetichella, dividendo un comune dall’altro, aizzando la competizione territoriale, ha prodotto un risultato che sta provocando la animata protesta non solo del Comune di Marsciano, ma anche delle famiglie, dei docenti e dei dirigenti.
La proposta deliberata dal Comune di Todi prevede, infatti, l’accorpamento alla scuola media Cocchi-Aosta dei plessi appartenenti alle 2 Direzioni didattiche di Marsciano siti nei comuni di Montecastello di Vibio, Fratta Todina e Collazzone, nonché dell’istituto comprensivo di Massa Martana.
Dic 07
Seconda edizione evento Ex Allievi Ciuffelli
La 2^ edizione dell’evento “ex-allievi Ciuffelli in mostra” che si terrà presso l’omonimo Istituto Agrario il 10 dicembre prossimo, dalle 10 alle 19, intende replicare il successo della scorsa edizione con l’allestimento di 25 stand deiprodotti delle aziende degli ex-allievi nella magnifica cornice del chiostro dell’Istituto Ciuffelli, decorato a festa per l’occasione.
L’evento farà da traino per una serie di attività collateraliche coinvolgeranno adulti e bambini e fornirà l’occasione per un “open day” dedicato alla conoscenza della scuola e della sua offerta didattica, in vista delle prossime iscrizioni.
La mostra sarà un’utile occasione per far conoscere e promuoverele aziende agricole partecipanti con le loro specialità locali che guideranno i visitatori attraverso un percorso sensoriale che si dispiegherà tra oli, formaggi, miele, legumi, vino, conserve, frutta, torrone,….ma non solo…la lista delle aziende ex-allievi aderenti é ricca e varia così come poliedrica è la figura del Perito Agrario e quest’anno l’evento ospiterà anche una sezione “ex-allievi artisti”. Artisti anche nella cucina con la preparazione in diretta dei “maccheroni dolci” sulla base della tradizionale ricetta!
L’evento aperto a tutti, dedicherà particolare attenzione ai bambini a cui sarà riservata la partecipazione ai laboratori didattici e creativi che si terranno all’interno delle serre, coordinati ovviamente da ex-allievi…e per il piacere di adulti e bambini si esibirà la squadra cinofila della Rosa dell’Umbria.
Non mancherà un momento di assoluto divertimento nell’assistere al Torneo di calcetto dove entreranno in campo squadre costituite da ex-allievi, attuali allievi e professori per una sfida “senza esclusione di colpi”.
Alle 10.30 una sfilata di trattori partirà dall’azienda agraria della scuola (Pian di Porto) per arrivare tra clacson e bandiere fino all’istituto Ciuffelli animando la domenica tuderte.
La mensa rimarrà eccezionalmente aperta e funzionante durante la mostra-mercato dando la possibilità a tutti i visitatori di pranzare nei locali della scuola.
Domenica 10 dicembre l’Associazione ex-allievi Ciuffelli vi aspetta per farvi trascorrere una giornata di festa, ce ne sarà per tutti i gusti!!!
Dic 06
Todi, piano di ricucitura per Ponterio e Pian di Porto
Ricucire il territorio: riqualificazione di Ponterio e Pian di Porto: è il titolo del progetto di fattibilità adottato di recente dalla Giunta comunale di Todi. Riguarda una serie di interventi volti a migliorare la qualità di un’area periurbana nevralgica della città, ai piedi del colle, posta in prossimità della superstrada, della ferrovia e della zona industriale.
La zona ha conosciuto nei decenni uno sviluppo importante e non sempre ordinato, tanto da richiedere appunto un’attenzione particolare per separare le diverse funzioni e innalzare la qualità della vita di quanti vi risiedono e vi operano.
Gli interventi progettati includono una serie di percorsi dedicati a ciclisti e pedoni, la valorizzazione di itinerari esistenti, il restauro dell’asse principale del centro di Ponterio, la realizzazione di due nuove rotatorie stradali per meglio regolare e mettere in sicurezza il traffico veicolare in corrispondenza degli innesti della Via Tiberina e dell’accesso all’area industriale a monte del tracciato ferroviario.
L’approccio urbanistico si articola in sei lotti funzionali, che vanno ad integrarsi con quanto già realizzato in questa direzione in anni recenti, ad esempio con il nuovo parco urbano a ridosso del fiume e con la riapertura del ponte in ferro, o che è sono di imminente realizzazione e, vedi il nuovo polo scolastico.
Non a caso il primo lotto prevede un percorso pedonale turistico che si svilupperà lungo il Tevere, creando un collegamento con la strada vicinale del Tevermorto con l’obiettivo di collegare le frazioni di Ponterio e Pontecuti.
Il secondo lotto intessa la strada che collega l’area industriale con San Terenziano e i quartieri residenziali in espansione, da collegare con un percorso ciclo-pedonale urbano.
Un ulteriore lotto prevede un terzo tratto, sempre ciclo pedonale, che attraversa il nucleo abitato di Ponterio e coinvolge sia le aree adiacenti alle vie di percorrenza preesistenti che il nuovo parco attrezzato vicino al ponte Bailey.
Due come detto le rotatorie: oltre a quella di accesso all’area industriale, una è prevista allo svincolo della SS448 in direzione Orvieto.
Il penultimo lotto concentra l’attenzione sull’asse viario principale, partendo dall’attuale rotatoria vicino all’area commerciale e arrivando fino al ponte che attraversa il Rio. L’ultimo lotto, infine, il più complesso, ha sviluppato l’ipotesi del sottopasso ferroviario carrabile, opera più onerosa e che comporta ulteriori concertazioni.
“L’investimento per l’esecuzione di tutti gli interventi – informa il Sindaco di Todi Antonino Ruggiano – è individuato in 11 milioni di euro, con i quali si andrà a ridisegnare in modo profondo la vita quotidiana della località. La progettazione per lotti ci consentirà di procedere per stralci, in rapporto sia alle risorse che si andranno ad individuare che alle priorità e alle diverse esigenze funzionali. L’importante, però, è avere finalmente un disegno articolato e complessivo per il miglioramento di un’area che è già oggi strategica nello sviluppo della città”.
Dic 06
“IL TESORO RITROVATO: I BOZZETTI DI ENRICO QUATTRINI “, IL TEMA TRATTATO NELL’ULTIMA CONFERNZA DEL CIRCOLO TUDERTE
Una serata particolarmente interessante che ha visto il Circolo Tuderte, sensibile alla storia e alla cultura della città e del territorio, approfondire la storia dei bozzetti di Enrico Quattrini,un’artista tuderte di livello internazionale. Le sue opere si trovano,oltre che a Todi, in molte città italiane nonché in Paesi come Olanda,Brasile,Cile,Turchia.
Relatori della serata l’assessore all’Urbanistica e Lavori Pubblici di Todi,Moreno Primieri, che con il suo assessorato ha seguito il complesso lavoro del recupero delle ex chiese di Sant’Antonio e della Santissima Trinità all’interno delle quali si possono ammirare le opere dello scultore tuderte, il restauratore Mauro Masci, e l’Arch.brasiliano Jussara Matias Zibordi.
E’ stato Mauro Masci, dopo l’introduzione di Moreno Primieri sul lavoro svolto che ha portato ad una collocazione definitiva delle opere di Quattrini in una Gypsoteca unica nel suo genere, a ricordare il lungo e complesso lavoro di restauro che ha ridato luce e bellezza ad un patrimonio precedentemente dimenticato nei magazzini comunali. Un lavoro certosino, ha aggiunto Masci, mostrando le foto di migliaia di frammenti che una volta pazientemente ripuliti dalla patina del tempo, grazie anche ad una documentazione capillare,sono stati assemblati permettendo di recuperare integralmente i bozzetti di Enrico Quattrini.
Interessante anche l’intervento dell’Arch.Jussara Matias Zibordi, professionista italo brasiliana,che ha aiutato grazie alle sue amicizie a ricostruire il legame che univa Enrico Quattrini al Brasile, avendo lo scultore tuderte realizzato la statua di un Vescovo brasiliano del XVIII e tutt’ora presente nella piazza principale di Belem do Parà.
Ma non è solo quella la presenza di Quattrini in Brasile:infatti ha ricordato ancora Jussara Matias Zibordi che lo scultore tuderte ha lavorato per il teatro di Manaus con otto busti di politici e musicisti senza mai essere stato in Brasile ! Realizzava le sue opere a Roma e poi le spediva in Brasile dove si trovava il cognato,il pittore Domenico De Angelis.
Dic 04
Donazioni di sangue in aumento, ma ancora insufficienti: Avis Umbria fa il punto
Al 30 novembre 35.916 donazioni, 1.204 in più del 2022. Acquistate 880 sacche fuori regione
Nel 2023 le donazioni di sangue sono aumentate, ma non sono ancora sufficienti a soddisfare il fabbisogno regionale tant’è che, a oggi, la Sanità dell’Umbria è stata costretta ad acquistare circa 880 sacche di sangue fuori regione per far fronte alle necessità. È questo, in sintesi, quanto è emerso dalla consueta conferenza stampa di fine anno di Avis Regionale Umbria, che si è tenuta lunedì 4 dicembre a palazzo Donini a Perugia. L’associazione umbra dei volontari del sangue ha così fatto il punto della situazione delle donazioni a livello regionale e illustrato le attività di sensibilizzazione messe in atto per stimolare le persone a questo gesto di solidarietà verso il prossimo. A relazionare per l’Avis Regionale Umbria è stato il presidente Enrico Marconi. Sono intervenuti poi: Michele Toniaccini, presidente di Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) Umbria, che ha ricordato l’accordo di collaborazione tra le due associazioni volto “a promuovere la cultura della donazione del sangue in tutti i comuni”; Raffella Sforza dell’Editoriale Campi, che ha illustrato le nuove edizioni dei tradizionali calendari Barbanera e Il Piccolo Barbanera realizzati in collaborazione con Avis Umbria; Marco Nulli, delegato nazionale del Comitato italiano scienze motorie per i rapporti con Avis, che ha illustrato il lavoro svolto dai dottori di scienze motorie, in accordo con Avis, per sensibilizzare ragazzi e studenti; Roberto Rettori, delegato per il settore Orientamento, tutorato e divulgazione scientifica dell’Università degli studi di Perugia, che ha illustrato il protocollo d’intesa recentemente sottoscritto tra l’ateneo e Avis Regionale Umbria per portare il messaggio di Avis tra studenti, docenti e personale universitario.
Rispetto al report sangue, i dati dicono che al 30 novembre le donazioni in Umbria sono state 35.916, 1.204 in più rispetto alle 34.712 del 2022 (+3,47%). Molto bene la situazione nella provincia di Perugia, con un aumento di donazioni del 4,88 per cento, pari a 1.424 donazioni (per un totale di 30.576 donazioni). Va peggio nella provincia di Terni, dove le donazioni sono calate del 3,96 per cento, cioè 220 donazioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2022 (a oggi sono 5.340 rispetto alle 5.560 dello scorso anno). “Qui, dal mese di giugno – ha spiegato Marconi –, risentiamo del problema della Dengue, un’infezione che colpisce soprattutto nella città di Roma: e visto che nell’Orvietano e a Terni stessa molti donatori lavorano nella capitale, questi non possono donare sangue per evitare rischi di trasmissione. Ciò ha inciso molto”. “Nonostante il buon incremento di donazioni a livello regionale – ha aggiunto il presidente regionale di Avis – queste non sono però ancora sufficienti. Quest’anno, infatti, c’è stato un forte recupero degli interventi operatori che erano stato sospesi durante l’emergenza covid e, di conseguenza, un’impennata nella richiesta di sangue. Ciò, in alcuni momenti, ha provocato delle criticità e la necessità di approvvigionarsi fuori regione”.
Marconi ha sottolineato poi l’importanza del rinnovo da parte della Regione Umbria, nello scorso mese di ottobre, del nuovo Centro regionale sangue, un organismo con funzioni di studio, indirizzo, programmazione e controllo in ordine al sistema trasfusionale regionale. Al rinnovo di tale organismo, richiesto da tempo a gran voce da Avis, dovrà ora seguire, sempre da parte della Regione, la redazione e promulgazione del nuovo Piano regionale sangue e plasma, ossia del massimo atto di strutturazione e programmazione del sistema trasfusionale. “Nelle scorse settimane è iniziata la discussione, proprio nell’ambito del Centro regionale sangue – ha reso noto Maroni – e, come Avis, tramite i nostri delegati in questo organismo, vogliamo dare il nostro contributo”.
In tale contesto Avis Umbria ha in questi mesi intensificato la sua attività di sensibilizzazione sul territorio, con accordi di collaborazione e tante iniziative tra cui la pubblicazione della nuova edizione dei calendari Barbanera e Il Piccolo Barbanera 2024. “Questa collaborazione che si rinnova di anno in anno – ha detto Sforza – ci consente di diffondere il più possibile i valori a cui crediamo tantissimo, il primo dei quali è la solidarietà. Il calendario Barbanera, poi, dà consigli quotidiani per vivere bene e individuare il momento giusto per compiere azioni con maggior profitto e ha box dedicati ai temi Avis. Il Piccolo Barbanera contiene invece una favola ecologica illustrata sul rapporto che dovremmo avere con la natura”. Il Piccolo Barbanera sarà distribuito anche in allegato al Corriere dell’Umbria.