DELIBERATA LA RIORGANIZZAZIONE DELLE STRUTTURE OSPEDALIERE UMBRE OSSIA LO SMANTELLAMENTO DEI SERVIZI SANITARI: LA SOLUZIONE FINALE!

COMUNICATO STAMPA RICEVUTO DA : CIVICI X TODI

GRUPPO CONSILIARE CIVICI X TODI – FABIO CATTERINI

 

La Giunta regionale il 28 dicembre ha deliberato l’atto di riorganizzazione della Rete Ospedaliera Regionale. 

 Per gli abitanti della Media Valle del Tevere è la certificazione del definitivo, programmatico, depauperamento dell’Ospedale di Pantalla, il quale perde ogni autonomia, dice addio alle specialità di chirurgia plastica, pediatria, urologia, gastroenterologia, oncologia. 

Chiaramente delle terapie intensive promesse da Coletto a giugno 2022, ossia nel pieno della campagna elettorale per le amministrative tuderti, non vi è traccia. 

 Tutto in nome di una pretesa razionalizzazione, basata su numeri, addizioni e sottrazioni, senza tenere in alcun conto le specificità dei territori. 

 La Giunta lamenta il numero eccessivo delle strutture e la inadeguatezza delle loro dimensioni, con un solo DEA di I livello con oltre 300 posti letto ed ospedali di base per la maggior parte sotto ai 120 posti letto (i più grandi sono Umbertide con 148 posti letto e Pantalla con 100 posti letto). 

I Pronto Soccorso vengono definiti “non pienamente efficienti” a  causa della “struttura fisica delle sedi ospedaliere” (?). 

 Preso atto dell’impossibilità di realizzare rapidamente nuove strutture ospedaliere, la Giunta ritiene che la soluzione sia quella di “limitare la parcellizzazione dei posti letto per disciplina”, quindi programma di sopprimere quà e là alcune specialità (è il fulcro della cd “razionalizzazione”), per raggrupparle nelle strutture sede di DEA, lasciando agli ospedali di base solo 3 o 4 specialità, peraltro non gestite in autonomia, ma sotto la direzione delle stesse sedi DEA, che in tal modo ne avrebbero il controllo, compresa la programmazione degli interventi chirurgici. 

Tutto questo per arrivare, secondo la Giunta, ad una configurazione ottimale costituita da 2.850 posti letto per acuti e 651 per post acuti (totale 3.501) suddivisi in 2 Aziende Ospedaliere Universitarie sede di DEA di II livello (con circa 1.400 posti letto totali); 4 Ospedali DEA di I livello con 300 posti letto cadauno (per un totale di circa 1.200 posti letto); 4 Strutture riabilitative con 100/150 posti letto cadauno oltre, last but not last, strutture private per coprire le necessità residue di posti letto per acuti e post- acuti. 

 Nella visione della Giunta vi dovrebbero essere 10 sedi ospedaliere anziché 18 (le attuali); gli ospedali di base (es. quello della Media Valle del Tevere) non vengono menzionati, quindi apparentemente sono superflui o peggio dannosi (!). 

La soluzione “ponte” della Giunta quindi è quella di aggregare funzionalmente ciò che è separato fisicamente (una sorta di trasmutazione del piombo in oro), ossia in termini “colettiani”, “efficientare la rete senza ridurre i posti letto”. 

L’efficientamento si realizzerebbe mediante la riduzione delle discipline nelle “piccole strutture ospedaliere” (Umbertide con 148 posti letto e MVT con 100 posti letto non sono propriamente piccoli ospedali!), ossia “massimo” 3 o 4 “discipline per acuti” (id est 3 o 4 reparti per ospedale!), di cui “solo la Medicina Generale attiva anche per le urgenze” (id est per urgenze diverse, si va tutti ai DEA). 

Quanto alle discipline chirurgiche, la cura “Coletto” prevede che gli ospedali di base, oltre alle urgenze (quindi solo medicina generale) dovrebbero garantire solo interventi programmati dalla struttura DEA di riferimento “con una guardia interdivisionale notturna e festiva”, tradotto uno o più medici che nei fine settimana controllano se i pazienti ancora respirano (sic!). 

 Scendendo nel concreto e per quanto interessa la Media Valle del Tevere (con un bacino di 55.534 persone ed una estensione di  782 Km quadrati), l’ospedale di Pantalla, assieme a quelli di Castiglione del lago e Assisi sarebbero “integrati funzionalmente” con l’Azienda Ospedaliera di Perugia (DEA II livello) . 

In particolare, l’ospedale di Pantalla si dovrebbe occupare di ricoveri urgenti di “area medica di media intensità” con ricovero dal pronto soccorso o trasferiti da Perugia; ricoveri programmati di ”media intensità di cura” limitatamente alle “discipline chirurgiche presenti”, con degenze a ciclo breve (week surgery day surgery), chirurgia ambulatoriale. 

Gli interventi chirurgici sarebbero garantiti anche da “équipes chirurgiche dell’Azienda Ospedaliera di Perugia presso gli stessi stabilimenti”. 

Le visite e gli esami diagnostici sono limitati “alla tecnologia presente” nei singoli ospedali. 

Le specialità di Pantalla saranno chirurgia generale, medicina generale, ortopedia e traumatologia, ostetricia e ginecologia (con soli 4 posti letto). 

Scompaiono quindi specialità quali chirurgia plastica, pediatria, urologia, gastroenterologia, oncologia. 

Delle terapie intensive promesse da Coletto a giugno 2022, come detto, non vi è traccia. 

 Questo è quanto. 

Si tratta di una prospettiva di completo smantellamento della configurazione attuale, basata su un progetto chiaramente irrealizzabile anche nel medio periodo, ossia la costituzione, praticamente ex novo, di almeno 4 DEA di I livello con almeno 300 posti letto a testa (al momento solo Foligno garantisce questi numeri; Branca è ferma a 137, Orvieto 175, Città di Castello 182, Spoleto 147). 

La paventata integrazione degli ospedali di base con le strutture DEA di II livello si traduce in un netto depotenziamento dei primi, nei quali dovrebbero rimanere massimo 3 o 4 specialità, con sale operatorie dedicate in massima parte agli interventi programmati dalla struttura DEA. 

Nulla di buono neanche dal punto di vista delle competenze, in considerazione della precisazione dell’utilizzo delle sale da parte di equipe della struttura DEA. 

Quindi strutture depotenziate sia dal punto di vista delle specialità che delle competenze. 

 E i cittadini?  

In una organizzazione del genere, dove le specialità non sono solo suddivise, ma parcellizzate (massimo 3 o 4 specialità per struttura), la previsione è quella di spostamenti continui sia per esami che ricoveri. 

Questo a fronte di una popolazione sempre più anziana, dove gli ultrasessantacinquenni sono almeno 1/4 della popolazione (26,8%), dove i giovani emigrano, quindi gli anziani sono spesso soli, in zone non servite da mezzi pubblici (campagna, piccoli borghi). 

 Ecco il paradosso: sempre più anziani e sempre meno servizi; Cormac McCarthy o i fratelli Coen avrebbero detto che l’Umbria ”non è un paese per vecchi” anche se, in realtà, è una regione di anziani. 

 Lo sconforto, è accentuato dalla mancanza di un piano sanitario regionale, ancora al palo, quindi dalla mancanza di linee guida che diano un senso, uno qualsiasi, alla riorganizzazione stessa. 

 Come reagire? 

Il senso di impotenza è pervadente, accentuato dalla apparente indifferenza dei più. 

Riprendendo le parole di Andrea Sisti, Sindaco di Spoleto, “Tesei e Coletto, con il benestare di Zaffini, hanno “regalato” in piene festività natalizie un progetto di annientamento della sanità pubblica che vedrà la sospensione e la chiusura di servizi ospedalieri in molti territori della regione.”  

Penso al 1994, quando si paventava la chiusura dell’Ospedale di Todi; i comitati spontanei organizzarono manifestazioni alle quali parteciparono migliaia di persone. 

Oggi protestano sparuti gruppi, poche centinaia di persone. 

Eppure nessuno è indenne e tutti si lamentano. 

La generale sfiducia verso l’azione politica non è sufficiente a giustificare un atteggiamento del genere, soprattutto perchè si parla di salute. 

Al netto del risentimento e del revanscismo che domina in alcuni ambienti di destra, tale da sopraffare la ragione e distorcere, come in un caleidoscopio, la realtà, per il resto, per le persone normali, si tratta probabilmente di rassegnazione, distrazione, di atteggiamenti individualisti accentuati da decenni di imperante edonismo. 

Il nichilismo ha definitivamente sopraffatto il senso civico? 

Quanto agli amministratori Comunali, la Giunta di destra che governa Todi appare completamente allineata con la Giunta Tesei, probabilmente per gli interessi personali del Sindaco Ruggiano e del Vice Sindaco Ranchicchio, ambedue apiranti consiglieri regionali. Quindi, tutto bene madama la marchesa. 

 Non possiamo fare altro che resistere, resistere, resistere.