I consiglieri regionali del Movimento 5
Stelle, Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari annunciano la presentazione
di una interrogazione (a risposta immediata) alla Giunta regionale con la
quale chiedono chiarimenti rispetto “all’affidamento, da parte della
Protezione Civile e del Consorzio nazionale servizi, risultato vincitore del
bando, a COSP Tecno Service per la realizzazione delle prime 90 casette, dato
che tale azienda, già impegnata su forniture pubbliche milionarie nel
settore dell’ecologia, non avrebbe alcuna competenza in merito”. I due
esponenti pentastellati chiedono poi all’Esecutivo di Palazzo Donini “se
risponde al vero che la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini
conosca Danilo Valenti, capo della COSP medesima, persona da cui ha ricevuto
un contributo elettorale nel corso delle elezioni regionali del 2015,
comunicando infine se, per evidenti motivi di opportunità, costei non
ritenga di dimettersi da Legacoop o, più convenientemente, dalla Regione
stessa, vista la valanga di esternalizzazioni e appalti pubblici che, con
procedure apparentemente regolari, da tempo, finiscono e/o, con numerose
proroghe, restano per anni in mano alle solite cooperative e/o agli stessi
finanziatori del suo sistema politico, danneggiando pesantemente la libertà
d’impresa e l’economia in Umbria, pure a detrimento della qualità dei
servizi resi ai cittadini e dell’economicità/efficienza della Pubblica
Amministrazione”.
Nella premessa al dispositivo del loro atto ispettivo, Liberati e Carbonari
spiegano che “in seguito al sisma dello scorso 24 agosto, risultano essere
tuttora almeno 500 gli sfollati nel Comune di Norcia, oltre a varie altre
centinaia in autosistemazione o presso alberghi, agriturismi, eccetera. Dopo
il sisma del 1997 – rimarcano i due consiglieri del M5S -, furono costruite
in Umbria, tra Nocera, Foligno e Sellano, quasi 800 casette di legno, la
maggior parte delle quali sono attualmente disabitate, pur gravando sulle
casse pubbliche per la necessaria manutenzione (il solo Comune di Foligno
spende almeno 120.000 euro anno). La Presidente Marini – continuano -,
durante la seduta consiliare Question time del 27 settembre scorso, ha
dichiarato che parte di queste abitazioni sono occupate da profughi. In un
recente articolo apparso sul Corriere della Sera
(http://www.corriere.it/video-articoli/2016/09/27/umbria-ricostruzione-terremoto-rischio-sprechi-infiltrazioni-mafiose/66921daa-84d2-11e6-b7a9-74dcfa8f2989.shtml),
è riportato che, ad esempio, a Capodacqua di Foligno, 7 moduli su 52
sarebbero occupati da profughi. Nel 2014/2015 CONSIP, per conto del
Governo-Dipartimento di Protezione Civile, aveva indetto un bando in via
preventiva per la costruzione di nuovi moduli abitativi in legno. Tale bando
è stato vinto da CNS di Bologna e, secondo Il Corriere della Sera, ‘proprio
quell’anno fu richiamato negli atti dell’inchiesta su «Mafia Capitale» per
degli appalti relativi alla gestione di pulizie e rifiuti’. Il predetto
articolo di stampa ricorda come all’epoca il direttore di CNS fosse ‘Giuseppe
Cinquanta, coinvolto in un’inchiesta sul clan dei Casalesi per concorso
esterno in associazione mafiosa’.
Liberati e Carbonari evidenziano che “le prime 90 casette destinate agli
sfollati di Norcia sono già state ordinate e verranno ‘realizzate da COSP
Tecno Service, associata al CNS’; COSP è stata in società nella Viterbo
Ambiente con GESENU, che nel 2015 fu gravata da interdittiva antimafia; come
si evince dalla visura camerale, COSP non ha alcuna esperienza in merito alla
costruzione di edifici, tanto che i codici camerali ATECORI non includono la
relativa attività. Danilo Valenti, capo della COSP, ha finanziato a titolo
personale la campagna elettorale delle regionali 2015 di Catiuscia Marini. Lo
stesso Valenti – aggiungono – ricopre la vicepresidenza nazionale di
Legacoop Servizi, organizzazione datoriale di cui Catiuscia Marini resta in
Umbria dirigente in aspettativa. La stessa presidente di Regione ha definito
ieri ‘politicamente orribili’ i rilievi sollevati al riguardo dal Movimento 5
Stelle, senza rispondere nel merito dell’inesistenza di un pregresso
specifico per l’azienda citata, nonché dei contributi elettorali
legittimamente ricevuti, dichiarando inoltre impossibile lo spostamento
immediato delle casette, quando invece sarebbe stato fattibile ed economico,
senza doppie e triple spese e senza alimentare un giro di denaro che sarebbe
stato viceversa necessario destinare direttamente in favore dei terremotati,
costretti invece a sopravvivere appena per via di contributi pubblici
mensili, dai 300 ai 600 euro circa a famiglia. Come fanno – concludono –
coloro che hanno perso tutto?”