Italo Biscotti la storia del Vespa Club Todi

 

Il 26 gennaio scorso è venuto a mancare Italo Biscotti portabandiera del Vespa Club Todi tra gli anni ’60 e ‘80. Nel 1965 fu Presidente del Club e da eterno sportivo ed appassionato volle dare al sodalizio, fin dalla sua nomina, un’impronta nuova.

Erano gli anni che stava crescendo in tutta Italia la “passione gimkana” ed improntò la sua Presidenza alla promozione di questa attività agonistica diventandone il porta bandiera del Club a livello nazionale. La sua grande intuizione fu quella di allargare gli orizzonti promuovendo lo sport gimkana nei Comuni limitrofi alla Città di Todi. Non dimentichiamoci che erano altri tempi, non c’era Facebook, non c’era WhatsApp.

Ad ogni festa Patronale, ad ogni fiera, ad ogni incontri ludici lui portava il “verbo vespa” organizzando gare nei Comuni di Massa Martana, Torgiano (allora affiliato a Todi come Club) Fratta Todina, Deruta il tutto per far conoscere lo sport che lui amava con tutto il cuore: la gimkana.

Fu proprio lui, durante la sua Presidenza, a provvedere all’acquisto delle attrezzature necessarie per l’allestimento del campo gara – un patrimonio che ancora oggi il Vespa Club di Todi utilizza per l’attività sportiva e che mette a disposizione di altri Club nella Regione Umbria ed anche fuori Regione. Attività che continua sulla scia di quanto lasciato in eredità da Italo, tanto che il Vespa Club di Todi da alcuni anni, con i suoi piloti, è assurto ai più alti livelli nazionali.

Fu sempre lui a formare piloti come il compianto Attilio Agostini, Storti Gianpiero campione italiano nel 1973, Nando Nizzo, Piero Fogliani, Bruno Scimmi, Gianpiero Tiberi Campione Italiano nel 1982 e Roberto Storti secondo nella stessa gara, Renzo Peppetti Campione italiano nel 1983. Atleti che hanno calcato per decenni la scena agonistica a livello nazionale.

Italo si è misurato con campioni come Nardi di Macerata, Cutillo di Roma, Celestini di Viterbo, Giarolo di Vicenza e Seriacopi di Arezzo che ha affrontato sempre con correttezza e lealtà. Il suo grande rimpianto, come soleva dire, era di non aver mai vinto un Campionato italiano, tanto da essere definito l’eterno secondo.

Ci piace ricordarlo con una battuta che lui era solito ripetere, nel pieno della contesa agonistica rivolta simpaticamente all’avversario di turno: “ora ti faccio il vestito”. Lui non era un sarto, ma un falegname che costruiva casse da morto!!!!