Movimento Tuderti 5 Stelle interviene sulla vicenda Ranchicchio e sul passaggio al gruppo misto di Filippo Sordini

Premesso che non abbiamo mai condiviso l’operato da assessore, nella scorsa legislatura, dell’attuale vicesindaco Ranchicchio, vedasi spese pazze per le festività natalizie sotto emergenza COVID, è da riconoscere allo stesso che nelle recenti elezioni amministrative è stato il più votato dei candidati a consigliere. Tanto affetto andrebbe ripagato con altrettanta trasparenza; se il vicesindaco ha la coscienza apposto è auspicabile che, al più presto, screditi le accuse che gli vengono mosse contro. Naturalmente ci auguriamo che queste siano infondate per il bene della città, ora più che mai per il ruolo di primo piano che ricopre.
Altra questione è quella che riguarda l’adesione al gruppo misto del consigliere Sordini che, a quanto dichiarato da lui stesso, è causata dalla faccenda Ranchicchio.
È noto a tutti cosa pensa il M5S in questi casi; chi si candida con un partito, in una coalizione a sostegno di un sindaco e non si riconosce più nell’operato del suo partito SI DEVE DIMETTERE dalla carica e lasciare spazio ad altri. In queste occasioni, sia a livello locale che nazionale, di norma i “protagonisti” si giustificano dicendo “che saranno più liberi di esporre la propria idea” oppure che “non condividevano i metodi”, a parere nostro l’aderire al gruppo misto, quale che siano le motivazioni che si adduce, non è sinonimo di onestà intellettuale ma bensì di PERSONALISMO. Candidato, partito, coalizione e sindaco sono un unione indissolubile. Quando un candidato chiede il voto ai cittadini lo fa sotto quella “bandiera”, entrare nel gruppo misto significa tradire la fiducia degli stessi.
Una cosa è certa, chi viene eletto per una carica da consigliere della durata di CINQUE ANNI e DOPO SOLO TRE MESI passa al gruppo misto o ha sbagliato lui a candidarsi o il partito a candidarlo oppure, peggiore delle ipotesi, entrambe le cose.