Partito Democratico e Gruppo Cons, PD chiedono rapida convocazione Consiglio Comunale per approvare commissione d’indagine sul caso Ranchicchio

“…Confidiamo, comunque, che il presidente del Consiglio comunale Ruspolini, saprà essere garante supremo delle prerogative consiliari e rispedire al mittente eventuali atteggiamenti dilatori. Che la vicenda Ranchicchio possa trovare presto conclusione è interesse di tutti, visto che non si possono tenere bloccati gli uffici comunali per colpa di qualche amministratore troppo attaccato alla “poltrona”.

 

Come Partito Democratico e come Gruppo consiliare del Partito Democratico prendiamo atto con favore della disponibilità mostrata dalle forze di maggioranza nella Conferenza dei capigruppo tenutasi ieri l’altro ad approvare all’unanimità la commissione d’indagine sugli atti amministrativi originati dagli esposti sull’ormai noto “caso Ranchicchio”, come proposto dalle opposizioni ai sensi del regolamento che disciplina il funzionamento del Consiglio comunale.

Dopo mesi di ritrosie e di silenzi su questa imbarazzante questione, finalmente le destre escono allo scoperto e accettano il confronto su una gestione amministrativa – che è arduo definire impeccabile – di una vicenda che vede l’attuale vicesindaco sottoscrivere nel 2017 sicuramente una dichiarazione inveritiera, grazie alla quale, tacendo le proprie pendenze col Comune di Todi ai sensi dell’art. 63 del TUEL, ricopriva per cinque anni l’incarico di assessore versando in stato di conclamata incompatibilità e percependo, quindi, indebitamente le relative indennità per decine di migliaia di euro. Su questo e sulle altre questioni legali del caso il Partito Democratico ha presentato un esposto dettagliato – interessando la Procura, la Procura della Corte dei Conti, la Prefettura e l’ANAC – che si riserva di integrare con eventuali novità.

La commissione d’indagine non è mai stata concepita, nelle intenzioni dei proponenti, come uno strumento da ritorcere contro qualcuno (tipo una sorta di caccia alle streghe), ma, in piena corrispondenza con la relativa normativa, come un mezzo in grado di chiarire una vicenda complessa che ha interessato gli uffici comunali fin dallo scorso marzo e su cui essi hanno elaborato una mole notevole di atti amministrativi.

Stante la definitezza e limiti di detta commissione, qualora, tuttavia, emergessero in questa vicenda responsabilità degli organi politici crediamo sia doveroso non voltarsi dall’altra parte. Già ora, prima dell’inizio dei lavori, ci rimane difficile pensare che la palese incompatibilità dell’assessore Ranchicchio sia stata trattata dagli uffici senza che il sindaco, destinatario dell’istanza di accesso agli atti che ha scatenato il caso, dicesse nulla.

Vista, dunque, la disponibilità di tutta la maggioranza (compreso Fratelli d’Italia) all’istituzione della commissione di indagine, si proceda celermente all’approvazione della relativa proposta in Consiglio comunale, richiesto dalle opposizioni già più di una settimana fa. Su questo punto non accetteremo dilazioni di sorta, scuse o pretesti vari, perché l’assise non può essere convocata a seconda delle comodità o delle esigenze delle destre. Se qualcuno pensa di allungare i tempi scavallando, magari, il 25 settembre col retropensiero che un successo elettorale di Giorgia Meloni possa far perdere d’importanza il caso Ranchicchio troverà un vero e proprio sbarramento da parte delle opposizioni.