“…Assessore Ranchicchio, lei è il responsabile delle politiche culturali cittadine. Leggendo tutte le delibere di spesa prodotte in questi ultimi tempi, che siamo costretti ad analizzare in più interventi (questo è solo il primo), ci è tornata in mente la favola della formica e della cicala. Sicuramente, ormai, i tuderti hanno ben capito chi è la cicala: lei! “
Ai nostri amministratori, forse perché totalmente assorbiti dalla politica dei selfie e degli hashtag, è sicuramente sfuggito l’ultimo numero di “Umbria Ricerche”, rivista semestrale dell’Agenzia Umbria Ricerche, diretta attualmente dal Professor Alessandro Campi, dal titolo “L’Umbria in prospettiva futura”.
La lettura del saggio che apre il volume in questione, se non fossimo di fronte a persone totalmente incapaci di fare autocritica, fornirebbe alcuni spunti di riflessione e più di un segnale di allarme rispetto alla rotta imboccata dalla citta di Todi con l’amministrazione Ruggiano, segnatamente riguardo alle politiche adottate nel settore cultura.
Trattasi di un acuto intervento inedito del compianto Giorgio Armillei, autentico civil servant ed ex assessore al Comune di Terni, un’intelligenza vivida che ci ha lasciato purtroppo qualche mese fa prematuramente. Sviluppando il tema dell’importanza delle città e della cultura nello sviluppo regionale, Armillei sottolinea come “il successo facile del cineturismo” non generi un ritorno economico duraturo sui territori. Per citare letteralmente le parole da lui adoperate, “la politica degli eventi concepita per intercettare flussi turistici come quella del cineturismo concepita per sfruttare i giacimenti (il passaggio di una piazza o di un borgo in prima serata nella tv generalista o su qualche piattaforma) non danno ritorni in termini di sistema produttivo e quindi di crescita. Prima dei turisti occorre attrarre investimenti e talenti. E per attrarre investimenti e talenti occorrono città all’altezza della sfida”.
Un ragionamento esemplare, ormai corroborato da una mole enorme di dati e cifre, che in questi anni di opposizione abbiamo anche noi proposto alla città censurando le scelte della giunta Ruggiano, concretizzatesi in un affastellarsi di eventi costosi e contributi a pioggia alle associazioni più svariate senza alcuna logica di sistema e senza tenere minimamente conto degli equilibri del bilancio comunale.
Crediamo dunque sia quanto mai opportuno, arrivati quasi alla fine della legislatura, fare ai tuderti un resoconto di come sono stati impiegati i loro quattrini in un settore, quello della cultura che, basta dare uno sguardo settimanalmente all’Albo Pretorio comunale, macina a ritmi impressionanti decine e decine di delibere di spesa.
Riallacciandoci alla critica di Armillei sul cineturismo, il Comune di Todi negli ultimi mesi ha elargito quasi 36.000 euro per i pernottamenti e l’ospitalità della troupe cinematografica del film “La befana vien di notte 2“ e, per il film “Uomini da marciapiede”, 5.000 euro alle società Genesis s.r.l., Run Film e Rai Cinema a parziale copertura delle spese effettuate per le riprese. Per quest’ultimo film è stato anche organizzato un incontro conviviale a spese del Comune il cui costo di 145 euro, però, va sottolineato che è del tutto irrisorio rispetto agli altri incontri conviviali offerti dal Comune ultimamente e che saranno oggetto del prossimo comunicato. Il fatto che potesse essere offerto dai membri della giunta e non addebitato ai cittadini, probabilmente, non è stato preso in considerazione.
Noi, tuttavia, crediamo che le attività di ricezione e di ristorazione possano essere aiutate diversamente, cioè costruendo un progetto di sviluppo e di crescita della città che sappia intercettare i flussi turistici in modo permanente più che con brevi spot di promozione della nostra città su qualche pellicola cinematografica che pesano non poco nelle tasche dei contribuenti tuderti. Creare un ambiente favorevole per l’industria culturale e creativa: questo dovrebbe essere l’impegno al centro dell’agenda amministrativa, più che una politica degli eventi fine a se stessa e senza una logica d’ insieme che spesso sembra più uno strumento per titillare il narcisismo di qualche amministratore, il cui ego trova soddisfazione in decine di selfie con attori ed attrice, photo opportunity e tagli di nastri.
Assessore Ranchicchio, lei è il responsabile delle politiche culturali cittadine. Leggendo tutte le delibere di spesa prodotte in questi ultimi tempi, che siamo costretti ad analizzare in più interventi (questo è solo il primo), ci è tornata in mente la favola della formica e della cicala. Sicuramente, ormai, i tuderti hanno ben capito chi è la cicala: lei!