L’Umbria rischia un grave isolamento.

 

La chiusura della E45 nel tratto sotto sequestro impone soluzioni rapide per evitare non solo un isolamento della Regione a causa della non praticabilità dell’arteria Orte-Cesena, ma anche un danno economico dovuto al crollo del commercio, dei trasporti e quindi del trasferimento della produzione, del turismo e dei servizi in generale. L’Umbria è sempre stata una Regione che le amministrazioni di sinistra non hanno saputo collegare  al resto del Paese. La carenza infrastrutturale  ci contraddistingue da decenni: una rete ferroviaria pietosa, un aeroporto mai diventato vero scalo di riferimento per il turismo internazionale, una rete stradale insufficiente e fatiscente. Ora poi la chiusura del tratto della E45 in località Pieve Santo Stefano crea una barriera in Valtiberina che impedisce di fatto il collegamento diretto con Cesena e il nord Italia.

Al momento le attività più penalizzate sono quelle dei distributori di carburante nell’alta Umbria, più vicini al tratto sotto sequestro. Tuttavia ci vuole poco ad ipotizzare un consistente crollo anche nei restanti punti della E45, dove a subire le conseguenze non è solo la vendita della benzina ma anche l’indotto legato a tutti i servizi accessori, a cominciare da quelli di pubblico esercizio.

E’ opportuno allora che la Regione si attivi immediatamente per ottenere misure di integrazione al reddito dei lavoratori coinvolti reintroducendo la normativa della cosiddetta cassa integrazione salari straordinaria in deroga. Una richiesta necessaria per salvare posti di lavoro a rischio proprio a causa della chiusura della E45, chiusura diventata una vera e propria emergenza. Ci auguriamo fatti concreti e non la solita demagogia tipica  di questa amministrazione regionale di centro-sinistra.

Moreno Primieri

Coordinamento Forza Italia Umbria

delegato alle Infrastrutture