Umbria, la disoccupazione continua ad affliggere i sistemi locali del lavoro

 

Bravi (Ires Cgil): in particolare nella fascia appenninica situazione critica

 

SSL

N° COMUNI

Kmq

Abitanti

Occupati

Disoccupati

Tasso di Disoccupazione

Assisi 4 292,7 57.566 23.700 2.300 8,6%
Cascia 4 482,71 6.462 2.500 300 7,4%
Castiglione 3 383 24.121 9.700 1.200 10,8%
Città di Castello 4 563 56.042 23.700 2.800 10,5%
Foligno 6 563 83.167 33.000 3.700 10,5%
Gualdo Tadino 6 476 31.429 11.100 1.500 11,3%
Gubbio 2 583 33.858 13.100 1.700 11,4%
Norcia 4 578 7.903 2.900 300 10,0%
Perugia 9 1.193 243.259 103.500 12.100 10,4%
Spoleto 6 539 45.612 17.600 2.200 10,9%
Todi 7 547 37.836 14.700 1.600 10,7%
Umbertide 3 392 20.327 8.000 1.000 11,2%
Orvieto 12 696 42.916 16.600 1.700 9,3%
Terni 18 1.126 178.729 66.900 8.400 11,1%

I dati elaborati dall’Istat, relativi all’intero 2017, sui sistemi locali del lavoro sono un’ulteriore conferma – dopo le analisi della Banca d’Italia e lo stesso rapporto dell’IRES/CGIL dell’Umbria e della Toscana – di quanto in profondità abbia scavato la recessione economica e sociale che ha colpito la nostra regione. I sistemi locali del lavoro (14 in Umbria) che spesso non coincidono con i confini istituzionali, indicano l’omogeneità dei bacini di lavoro e, nella comune difficoltà dell’Umbria, danno il senso anche delle differenze territoriali che sembrano essersi allargate.

Non è un caso che il più alto tasso di disoccupazione si registri nella fascia appenninica, dopo la drammatica “crisi” della ex Antonio Merloni di Gaifana, con un 11,4% e poi nei SLL di Gubbio (11,3%) e Gualdo Tadino (11,3%). Inoltre, le tante crisi aziendali apertesi recentemente nello Spoletino spiegano il 10,9% in quel territorio. Alta la disoccupazione anche nel SLL di Perugia con 12.100 disoccupati e un tasso del 10,4% (era del 4,6% nel 2007) e nel SLL di Terni con 8.400 disoccupati e un tasso del 11,1% (era del 5% nel 2007).
Il dato quantitativo su cui si è soffermata l’ISTAT non rende però pienamente il senso delle difficoltà del lavoro, perché ad esso va aggiunto quello sulla qualità del lavoro. Qui è l’Inps a dirci che le assunzioni a tempo indeterminato sono inferiori al 20% e che le cessazioni sono superiori alle attivazioni. Abbiamo di fronte a noi un quadro estremamente preoccupante che richiede una rapida e decisa inversione di tendenza.
IL PRESIDENTE IRES CGIL UMBRIA
Mario Bravi