Non si puó uscire da un gruppo regionale, in Umbria, nel quale si è stati eletti. Claudio Ricci: giustificazioni improbabili, non valutando bene la storia politica dell’Umbria.

Nella seconda parte della Legislatura Regionale mi occuperò, in particolare, di sviluppo delle imprese, economia, lavoro e sistema socio sanitario. Sono le priorità per ogni persona.
Una “piccola” (con molta leggerezza) ultima riflessione sulle motivazioni (riportate dalla stampa) con le quali un Consigliere Regionale ha motivato l’uscita dal Gruppo Ricci Presidente che lo aveva eletto. Un atto inaccettabile.
Visto che il Consigliere è in “politica istituzionale” solo dal 2014 probabilmente non valuta bene la storia politica, ormai trentennale, anche del mio impegno in Umbria. Sempre fra i moderati (di area ex democristiana), nel quadro di centro destra, con molti incarichi regionali in Umbria e nazionali (al fianco dei comuni). Dal 2012 lavoro, come noto, alla nascita di un’area civica umbra e nazionale che possa costituire un ampio nuovo partito moderato, civile e popolare (Italia Civica).
Ribadiamo che chi viene eletto in una Lista, e con i voti del candidato presidente e dei candidati consiglieri, non dovrebbe andarsene facendo addirittura decadere il Gruppo di appartenenza.
Peraltro citare le storie politiche di Assisi e Todi, luoghi nei quali in passato non mi sembra di averlo mai intravisto (frequento queste due città da sempre), mi appare quando mai improbabile e inopportuno.
Ogni scelta deve essere rispettata, e come detto rispetto la scelta del Consigliere, anche se non la condivido. Chi se ne va da un Gruppo, di elezione, evidentemente lo fa per una propria logica politica di “posizionamento”.
Altre motivazioni appaiono “molto labili” soprattutto per chi conosce le storie di ognuno di noi. Auguri a tutti.
Claudio Ricci
(Consigliere Regionale).