La strada per la tutela del piccolo commercio

 

In questi giorni, more solito, abbiamo dovuto assistere al farisaico ed ipocrita atteggiamento del Partito Democratico, in relazione a quello che è stato spacciato per il “Nuovo Centro commerciale di Ponterio”.

Siamo consapevoli del ruolo della opposizione e di come rientri nelle “regole del gioco” interpretare a proprio vantaggio le cose, ma arrivare a stravolgere del tutto la verità, ci sembra, onestamente, troppo.

A questo punto, sembra necessario tornare a chiarire qualche breve punto, che dia il senso di come, contrariamente a quanto è stato sino ad ora detto, è proprio il centrodestra ad essere, ancora una volta, al fianco del piccolo commerciante.

Nel dicembre del 2005, più esattamente il 6, la Regione dell’Umbria ha sottoscritto con il Ministero delle Infrastrutture, l’Accordo di Programma Quadro per la realizzazione dei programmi innovativi d’intervento denominati “Contratti di Quartiere II”.

Nel nostro Comune, ha preso vita il progetto di riqualificazione dell’abitato di Ponterio.

Senza scendere troppo nel dettaglio, lo schema generale del Contratto di Quartiere di Ponterio ha previsto la possibilità di vantaggi edificatori (in sintesi una maggiore superficie edificabile) per i proprietari di immobili che avessero necessità di riqualificare la proprietà.

L’unica area che non avrebbe dovuto essere oggetto di interventi era quella restrostante l’abitato di Ponterio e prospiciente all’argine, che aveva destinazione agricola.

Ebbene, come per miracolo quell’area venne trasformata in edificatoria, con il voto contrario di tutto il

centrodestra.

Il Partito Democratico decise di attribuire a quell’area, in origine agricola, le seguenti volumetrie:

  • Edilizia Residenziale Metri Quadrati 4798           100 % della SUL
  • Attività terziaria Metri Quadrati   960             20 % della SUL
  • Attività Commerciale Metri Quadrati   960             20 % della SUL
  • Attività Artigianale Metri Quadrati   960             20 % della SUL

 

Sull’area, quindi, ad oggi è possibile realizzare:

 

  • 960 metri quadrati ad esempio di servizi a rete, comunicazioni, servizi, servizi commerciali, gastronomia, turismo, ospitalità, servizi assicurativi e bancari
  • 960 metri quadrati di commerciale puro
  • 960 metri quadrati di attività artigianale, quindi ad esempio pizzerie, pasticcerie, estetiste, parrucchiere et coetera.
  • Al momento, quindi, possono essere realizzati quasi tremila metri quadrati di spazi commerciali.Nessuno spazio per servizi alla città, per aree verdi, piste ciclabili, aree attrezzate per l’infanzia e servizi per la persona.

    Solo una maxi operazione di cementificazione del territorio.

    Un business senza alcuna prospettiva, se non il profitto privato, peraltro legittimo.

    Se considerassimo una media di 50 metri quadrati a spazio, al momento, grazie alla programmazione del Partito Democratico, sarebbero realizzabili circa 60 negozi.

    A questo progetto, che ucciderebbe davvero il resto del commercio di Todi, il centrodestra ha sempre detto, orgogliosamente, no.

    Noi vogliamo una Todi diversa, in cui prosperi il commercio, in cui il piccolo imprenditore si senta coccolato, possa avere la serenità di guardare al futuro.

    Una Todi in cui siano scongiurate le cementificazioni del territorio.

    La nostra idea non è mai cambiata.

    In questi mesi di duro lavoro, abbiamo, invece, aperto la strada ad un’altra ipotesi, che vedrà sviluppo, crescita e miglioramento della situazione esistente.

    Si è deciso di investire il futuro di quella zona in un progetto serio, avanzato e di grande   prospettiva.

    E così, si è lavorato su una diversa destinazione urbanistica della zona, che dia la possibilità di operare per il bene della città.

    Una ipotesi che aprirà la strada alla possibilità di realizzare una area verde e una pista ciclabile.

    Che potrà dare spazio alla possibilità di accorpare il prossimo intervento edilizio in un unico corpo di fabbrica, evitando le cementificazioni del territorio inutili e dannose.

    Soprattutto, che ci darà la possibilità, unendo le volumetrie, di operare affinché ci siano solo tre o quattro grandi spazi commerciali e non l’intervento frazionato e massiccio che avevamo davanti.

    Al momento, offriamo alla nostra Città la possibilità di approvare una variante che non aggiunge un solo metro quadrato alla possibilità edificatoria, che salva il futuro dei piccoli commercianti, offrendo solo sviluppo e progresso alla nostra città.

     

    Di fatto, la variante prevederà la seguente modifica

  • Il centrodestra di Todi ha bene presenti quali siano le priorità della nostra città, quali siano le esigenze dei piccoli commercianti e quali quelle degli imprenditori, che rappresentano, tra l’altro, il nostro punto di riferimento.

     

    Noi stiamo lavorando per il futuro della città.

    Non siamo noi quelli che hanno previsto il “centro commerciale”, ma il Partito Democratico.

    Non siamo noi quelli che hanno approvato una variante che ha trasformato una area agricola in edificabile, ma il Partito Democratico.

    Noi stiamo risolvendo i problemi, quelli che abbiamo trovato.

    Coerentemente con la linea di trasparenza della amministrazione sarà nostra cura organizzare al più presto una assemblea per illustrare alla cittadinanza il progetto.

    Commercio, spazio verde e centri di aggregazione sono il nuovo biglietto da visita di Todi che non ha paura delle sfide del futuro ma vuole conciliare modernità e tradizione per tornare ad essere protagonista nella media valle del Tevere e nella regione. Si auspica infine che le attività commerciali e gli occupati provengano prevalentemente dal territorio tuderte, chiudendo così il cerchio tra commercio, sviluppo e occupazione, indispensabili per il raggio economico della città.

     

    Forza Italia

    Lega Nord Todi

    Fratelli d’Italia

    Todi per la Famiglia

    Casapound