ROCCHETTA: “TERRITORI E COMUNITÀ DIFENDONO LE RISORSE PUBBLICHE E I BENI COMUNI. LE MULTINAZIONALI DELL’ACQUA MINERALE NON BADINO SOLO AL PROFITTO” – NOTA DI ANDREA LIBERATI E MARIA GRAZIA CARBONARI (M5S)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Continuano gli attacchi politici e  mediatici nei confronti di una comunità

che sta cercando di ristabilire lo
stato di diritto difendendo i propri territori e le proprie risorse. Attacchi
mediatici conditi con affermazioni demagogiche, mistificatrici e talvolta
false”. Lo affermano i consiglieri Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari
(M5S) facendo riferimento all’area Rocchetta di Gualdo Tadino e alle recenti
dichiarazioni dall’assessore regionale Fabio Paparelli.

Liberati e Carbonari, in una nota firmata anche dal consigliere comunale M5S
di Gualdo Tadino, Stefania Troiani, mettono in evidenza che “spesso,
soprattutto nelle dichiarazioni ai media regionali, si fa riferimento ad un
piano di investimenti di 30milioni, che prevederebbe l’ampliamento dello
stabilimento e delle linee di imbottigliamento, la realizzazione di uno snodo
ferroviario ed altri interventi. Peccato che la realtà dimostri come al
ripristino dell’area colpita dall’alluvione vengano destinati soltanto
950mila euro. E bisognerebbe spiegare come mai – sottolineano i consiglieri
regionali – l’azienda non abbia ancora sistemato quell’area, visto che è
dal 2013 che essa risulta interdetta al pubblico”.

I consiglieri regionali contestano poi le affermazioni dell’assessore
Paparelli: “la Regione ha fissato un limite massimo degli attingimenti di
25 litri al secondo? Ma questa scelta è stata operata in base a quali
parametri, visto che non risulta alcuno studio idrogeologico? Andrebbe anche
spiegato – aggiungono – quali provvedimenti intende prendere la Regione
Umbria vista la crisi idrica in corso, dato che gli imbottigliatori
continuano a pompare acqua dai pozzi senza nessuna restrizione mentre viene
limitato uso dell’acqua potabile da parte dei cittadini e delle imprese
agricole. Annunciare poi la creazione di una ‘oasi del benessere e del
termalismo’ in quell’area, appare azzardato, visto che si tratta di un sito
di interesse comunitario e molto probabilmente quei lavori saranno
impossibili da realizzare a causa dei vincoli ambientali e di quelli legati
agli usi civici”.

Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari concludono spiegando che, da parte
loro, “non è ammissibile che le multinazionali operino senza
considerazione alcuna delle regole. Ci sono limiti invalicabili allo
sfruttamento delle risorse pubbliche. Per scavare e mantenere in esercizio
dei pozzi servono dunque precisi titoli abilitativi, che invece non ci sono.
E

in particolare in tema di gestione e utilizzo delle acque sulle acque è
necessario un approccio ben differente, non orientato al lucro, ma anzitutto
attento agli interessi delle comunità”.