” CONSIGLI NON RICHIESTI “

 

Non serve uno scienziato della politica per capire che 100 meno 39,83 fa 60 ,17.

 No, non stiamo dando i numeri per il lotto, ma più semplicemente stiamo dimostrando, calcolatrice alla mano, che i tuderti votanti al primo turno delle comunali  hanno espresso per oltre il 60% una scelta di non gradimento della proposta politica del sindaco Rossini.

I rituali dei comunicati fumosi, poi, fanno miracoli e confondono il quadro, ma le cortine fumogene del politichese nulla possono contro l’evidenza incontestabile dei numeri.

Una analisi corretta non puòtacere che dentro il 60,17% c’è anche il 7,01 % dei 5 Stelle i quali,come noto, per scelta nazionale non fanno apparentamenti. Anche a prescindere dalla considerazione di una verosimile  sostanziale equivalenza numerica tra chi, nei 5 stelle, al secondo turno sceglieràdi astenersi e chi invece voterà Rossini o Ruggiano, resta comunque fermo che 60,17 meno 7,01 fa 53,16%, che per vincere basta ed avanza.

La politica certo non è solo computo ragionieristico, ma iIpunto  è questo : è’ possibile affrontare il ballottaggio riconducendo ad unità le formazioni che hanno sostenuto Ruggiano,Ruspolini, Pizzichini e Nulli?

E’ sicuramente possibile, in quanto altrimenti non si capirebbe perché a sostenere Rossini ci debba essere uno schieramento che parte dai popolari alfaniani e dai curati della curia e arriva ai comunisti post rifondaroli mentre dall’altra parte Ruggiano non possa essere sostenuto da uno schieramento che parta dalla destra identitaria e arrivi ai civici inglobando il centro destra, replicando ed ampliando uno schieramento che già nelle regionali 2015, a Todi, vide ampiamente prevalere Ricci sulla Marini.

Certo perché all’unità si arrivi ognuno deve fare la sua parte: Pizzichini, Ruspolini e Nulli dovrebbero puntare sui punti programmatici e sulle cose da fare e non sulle poltrone , mentre Ruggiano non può invitare i civici, i leghisti e i ragazzi di CasaPound a presentarsi al ballottaggio con gli eserciti degli elettori lasciando a casa i generali. Tutti dovrebbero lasciarsi alle spalle le ripicche personali, le beghe di paese, gli interessi delle botteghe politiche e pensare al futuro di Todi.

 Anche perché: se non ora, quando?

Poi, se c’è la volontà, le “tecnicalità” si trovano, che siano apparentamenti, accordi di programma o formule diverse.

La maggiore responsabilità, con tutta evidenza, sta sulle spalle di Ruggiano, che può scegliere se fare uno sforzo immane da federatore giocando il ruolo di direttore di una grande orchestra polifonica o invece imboccare la strada più semplice, ma alla fine suicida, del “tamburo principal della banda d’Affori” che, come ci ricorda la canzonetta degli anni ’40, fa un gran casino, ma alla fine si ritrova a “comandare  550 pifferi”.

 

GANDALF IL GRIGIO (amico di Stravos)