Human Rights International Film Festival

 

Domenica 16 luglio la proclamazione dei film vincitori dell’ultima edizione dello Human Rights International Film Festival che si è tenuto a Baschi (TR).

Sono stati annunciati dal direttore Francesco Cordio nella cornice della piazza del Municipio della cittadina dell’orvietano che in questi tre giorni di festival ha fatto viaggiare gli spettatori nel tempo e nello spazio, intorno al tema dei diritti.

 

Il Premio del pubblicoè andato a Pushing Dhaka girato in Bangladesh dall’autrice tedesca Sophia Käfer per raccontare il lavoro della ONG Bangladesh Street Kids Aid che si occupa attraverso lo sport e lo skate in particolare di aiutare i ragazzi  per l’espressione di sé, rafforzare la loro fiducia e li autorizzi a lottare per i propri diritti  in un paese in cui il lavoro minorile, i matrimoni precoci e la prostituzione minorile sono prevalenti.

 

Menzione speciale per Il richiamo del vuoto di Eleonora Trebastoni, che ha ritirato il premio di persona essendo giunta insieme ad altri autori da tutto il mondo alle giornate del festival.

La motivazione del premio speciale la seguente: Menzione speciale per la sua capacità di creare un piccolo racconto intimo, dalla storia di due donne che non si conoscono ma misteriosamente si ri-conoscono.

Federica, una pescatrice di Mazara del Vallo, e Fatiha, una donna tunisina che da anni risiede nello stesso territorio, si incrociano casualmente e ciò dà loro l’opportunità di intraprendere un legame profondo.

La forza del film risiede nella delicata narrazione di questo incontro inaspettato, che porta alla luce la connessione che si forma tra le due protagoniste. Attraverso un magistrale utilizzo delle immagini e del contesto del luogo, il film ci trasporta in un ambiente dove il sale diventa il custode dei ricordi, un luogo simbolico e carico di significato per le protagoniste.

La regia abile e sensibile ci consente di esplorare le loro emozioni, le loro esperienze e le loro speranze. La storia si sviluppa con una grazia poetica, rivelando i sentimenti nascosti che le due donne condividono e la loro profonda connessione oltre le differenze culturali e personali.

Attraverso questo toccante racconto, il film riflette sulla natura universale delle relazioni umane, sul potere del riconoscimento reciproco e sulla capacità di superare le barriere che ci separano. Per la sua capacità di catturare l’essenza di un incontro imprevedibile e la sua profonda riflessione sul significato delle connessioni umane, concediamo al film una menzione speciale.

La sua narrazione intima e il suo impatto emozionale ci hanno toccato profondamente e ci lasciano con una sensazione di speranza e di affetto per i personaggi e per le storie che rappresentano.

 

Il premio di miglior film invece al film Donde los niños no sueñan di Stefano Sbrulli, presente anche lui a Baschi, ha ritirato il premio in piazza ringraziando il festival per l’accoglienza ed emozionato per il riconoscimento.

Questa la motivazione del premio:

Per la sua straordinaria capacità di portare alla luce una realtà drammatica e spesso ignorata. Nella regione di un paese che vanta uno dei più alti tassi di concessioni di territori alle industrie estrattive, l’autore ci trasporta in una città che si è sviluppata attorno a una vasta miniera a cielo aperto. Qui, l’estrazione di metalli come rame, piombo, zinco, oro e argento produce enormi quantità di scarti che vengono indiscriminatamente riversati nell’ambiente, causando danni irreparabili alla natura e alla popolazione locale. In questa realtà spietata, gli abitanti stessi sono di fatto poco più che “scarti” dell’industria estrattiva.

Cerro de Pasco, in una remota zona delle Ande, una delle località più inquinate del pianeta, rappresenta l’epicentro di questa devastazione ambientale e sociale.

È proprio qui che la maestria di Stefano Sbrulli emerge, conducendo il pubblico attraverso questa tragedia, il suo sguardo attento e rispettoso penetra con delicatezza nelle intime dinamiche familiari, rivelando il dramma vissuto dai bambini che, a causa delle circostanze avverse, non possono nemmeno sognare un futuro al di fuori di questa realtà angosciante.

Con una regia impeccabile, Donde los niños no sueñan coglie lo spettatore per mano, portandolo in un viaggio emotivo e visivo straordinario. Attraverso la sua narrazione coinvolgente, il film suscita un profondo senso di urgenza, stimolando la riflessione sulle conseguenze dell’attività estrattiva indiscriminata e sulla necessità di agire per preservare l’ambiente e proteggere i diritti delle comunità colpite.

 

Inoltre è stata assegnato il premio miglior film per ragazzi realizzato da studenti alla classe III E della scuola media Paolo Stefanelli di Roma per il film Malala.

 

Il festival ancora una volta ha toccato i temi più vari interessando pubblici diversi per provenienza ed età.

 

Si è parlato del valore dei piccoli centri delle aree interne con Filippo Tantillo e dei pregiudizi legati alla disabilità con Valentina Bassano e Desi Ricci insieme alla dott.ssa e Cavaliere della Repubblica Ilaria Bidini.

Emozionante l’incontro con la Comunità di Sant’Egidio che con i suoi rappresentati ha illustrato il frutto del progetto dei Corridoi Umanitari e ha festeggiato la famiglia di 4 siriani accolti a Civitella del Lago

Si è discusso, con la collaborazione di Articolo 21, riguardo la libertà d’espressione e informazione in una serie di incontri che hanno avuto al centro figure, come il giornalista incarcerato Julian Assange o l’attivista Peppino Impastato ucciso da Cosa Nostra, e la strage di Ustica.

Da sottolineare la visione di Plastica Connection, un docufilm delle giornaliste di Presa Diretta (presente a Baschi una nutrita squadradi giornaliste e rautrici del programma di Rai Tre), che ha messo in luce cosa si nasconde dietro il mito del ricic