“…dispiace che la scelta della modalità segreta sia venuta del tutto estemporaneamente dopo una conferenza dei capigruppo che aveva trovato un accordo di massima unanime sulla proposta di commissione d’indagine senza che venisse mai menzionata la questione della segretezza dei lavori….”
” I consiglieri comunali del Partito Democratico di Todi manifestano la propria radicale contrarietà rispetto alla scelta della modalità segreta per discutere della proposta di commissione d’indagine – avanzata dalle opposizioni – sugli atti amministrativi originati dagli esposti tesi a denunciare l’incompatibilità ai sensi del TUEL del vicesindaco Claudio Ranchicchio nel Consiglio comunale del prossimo 27 settembre 2022.
Non si capiscono, infatti, le ragioni alla base di questa opzione, visto che l’adunanza segreta è prevista ai sensi dell’art. 54 del Regolamento sul funzionamento del Consiglio Comunale “quando sono trattati argomenti che comportano apprezzamento della capacità, moralità o correttezza o sono nominati fatti e circostanze che richiedono valutazioni delle qualità morali e delle capacità professionali di persone”, aspetti che non attingono per nulla la proposta di commissioni di indagine, la quale, giova ribadirlo, ha ad oggetto atti amministrativi (cioè pubblici) e non comportamenti o questioni personali.
Purtroppo, le destre dimostrano ancora una volta di avere paura di confrontarsi davanti ai cittadini sulla questione dell’incompatibilità del vicesindaco e sugli atti amministrativi prodotti (e non prodotti!) su una vicenda che ha creato notevoli scompensi al funzionamento della macchina comunale, con tanto di riflessi sulla sua operatività e possibili conflitti tra gli uffici.
Peraltro, dispiace che la scelta della modalità segreta sia venuta del tutto estemporaneamente dopo una conferenza dei capigruppo che aveva trovato un accordo di massima unanime sulla proposta di commissione d’indagine senza che venisse mai menzionata la questione della segretezza dei lavori. Il fatto che il presidente del Consiglio comunale Ruspolini, finora attento garante di tutte le prerogative consiliari (e noi non siamo certi suoi fan sfegatati), abbia proceduto in tal senso, compiendo un gravissimo errore, fa sospettare che le pressioni della maggioranza e dell’amministrazione comunale siano state molto forti.
Comunque, nessun tentativo dilatorio del sindaco e della maggioranza potrà fermare l’opposizione dall’andare fino in fondo su questa vicenda, a prescindere dalla prossima assise comunale. Va aggiunto doverosamente che, ormai, si è compreso alla perfezione il ruolo svolto dal vicesindaco nello scorso quinquennio tramite la cruciale delega alla cultura, settore che ha dispensato prebende e contributi a ritmo continuo. La battaglia per la trasparenza amministrativa non si arresta di certo di fronte alla cointeressenza che vige nella maggioranza di governo o a qualche diktat del senatore Zaffini. “