Nuovi ruderi di mura urbiche nei pressi del parco della Consolazione.

Dall’allestimento del cantiere del 9 marzo –  riferisce l’Assessore ai LLPP Moreno Primieri – non sono emerse situazioni di particolare interesse archeologico fino a quando si è iniziato a rimodellare ed arretrare la scarpata esistente sopra il muro di contenimento, che separa il piazzale inferiore dell’area verde dalla circonvallazione Orvietana. Infatti, nella giornata del 22 il lavoro di arretramento ha interessato la scarpata che delimita la strada di accesso ai piazzali proveniente dalla Circonvallazione. Lo scavo è stato più profondo e ha interessato uno strato di terreno limo-argilloso ricco di frammenti di tegole e coppi e di calcinacci di epoca evidentemente precedente alle stratigrafie sino ad allora osservate.
Secondo  l’Archeologo Dott. Valerio Chiaraluce, incaricato dal Comune di vigilare sui lavori per conto della Soprintendente, questo terreno copriva i resti di due possenti muri in pietrame calcareo (ciottoloni e scheggioni di calcarenite) e in minor misura di arenaria, legato da malta di calce sabbiosa di colore grigiastro. Il muro più massiccio presenta orientamento est-ovest e uno spessore di 1,3 m, è stato indagato per una lunghezza di 3,5 m. Il secondo muro ha orientamento nord-sud e uno spessore superstite di circa 0,9 m, è stato indagato per una lunghezza di 2,3 m. Entrambe le strutture si conservano soltanto a livello di fondazione, rasate in maniera irregolare da successivi interventi di scavo e di spoliazione. L’assenza di laterizi nella muratura (sono presenti solo alcune schegge) sembrerebbe indicare una datazione delle strutture ai secoli XIII-XIV.
Viste la posizione e le dimensioni delle murature, potrebbe trattarsi di fortificazioni medievali che difendevano la porzione occidentale del borgo del Piano di San Giorgio e del borgo della Cupa. Quest’area della città, infatti, venne cinta di mura nel XIII sec. e, secondo la cronaca dei Podestà trascritta e continuata da Ioan Fabrizio degli Atti, i lavori furono completati nel 1244.
Sommando tutti i dati in nostro possesso è possibile ricostruire in via del tutto ipotetica il tracciato delle mura che cingevano i borghi del Piano di San Giorgio e della Cupa con le porte poste alla distanza nota dalla terminazione del 1282. I tratti murari emersi durante la sorveglianza si collocano sull’ipotetico tracciato non lontano dalla porta di Santa Margherita sulla quale usciva la strada che raggiungeva l’omonimo monastero (attuale Hotel Bramante). La porta si trovava non lontano dall’arco realizzato da Diomede degli Atti alla metà del XVI sec. come ingresso monumentale alle sue proprietà. È addirittura possibile ipotizzare che il monumento rinascimentale riutilizzi parte
dell’antico tracciato murario.
Il posizionamento ad angolo retto dei tratti murari individuati fa pensare all’esistenza di una torre realizzata direttamente sopra le mura e non sporgente da esse come quelle realizzate nel XV sec. dallo Sforza. Torri del genere sono testimoniate in alcuni altri casi in città riferibili ai secoli XIII-XIV.
Sul posto sono intervenuti funzionari della Soprintendenza con i quali è stato organizzato il prosieguo dei lavori con la messa in sicurezza degli importanti ritrovamenti, che sembrano ridisegnare la pianta della città, avallando le cronache antiche e una maggiore indagine sui reperti.