CINGHIALI: GIÀ IL 50% DEI COMUNI UMBRI A SOSTEGNO DEL MANIFESTO COLDIRETTI

 

Già il 50% dei Comuni umbri, hanno condiviso il Manifesto della Coldiretti Umbria “Tuteliamo territorio e imprese” che si pone l’obiettivo di arginare in modo efficace e concreto la piaga cinghiali sul nostro territorio.

È quanto rende noto la Coldiretti regionale in riferimento alla presentazione delle proprie proposte, al tavolo emergenziale della Regione per il contenimento dei cinghiali, che era stato richiesto proprio nel Manifesto e alla base della mobilitazione in corso.

Sono tante le Amministrazioni che con delibera stanno sostenendo il nostro impegno per affrontare una situazione drammatica, che ci ha portato a perseguire tra le priorità – ricorda Albano Agabiti presidente Coldiretti Umbria – proprio l’istituzione di un tavolo tecnico emergenziale, da considerare una sorta di “unità di crisi”, che affronti la questione mediante due azioni: una per gestire la straordinarietà dell’emergenza e l’altra per affrontarne l’ordinarietà. Le nostre proposte alla riunione del tavolo – afferma Agabiti – si sono incentrate sul mettere in campo fin da subito misure straordinarie, per una svolta concreta che affronti l’emergenza in corso. La prima, una procedura di intervento immediato da parte degli ATC in caso di danneggiamenti in atto, prevedendo per essi l’obbligatorietà di dare subito seguito alle segnalazioni degli agricoltori, che solo in casi del tutto eccezionali devono essere autorizzati ad intervenire autonomamente previa comunicazione immediata. Occorre, in quest’ambito, stabilire una procedura unica per tutti gli ATC, con comunicazioni rapide e tracciabili (SMS). Come seconda misura – prosegue Agabiti – serve definire linee guida e procedure snelle al fine di ottenere l’autorizzazione per l’apposizione delle gabbie, per la loro installazione e per il trattamento successivo dei capi; infine su tutto il territorio regionale necessita un continuo intervento di squadre in battuta. Riguardo poi alla modifica al regolamento sulla gestione del prelievo venatorio mediante caccia di selezione, di certo funzionale alla diminuzione del numero dei cinghiali, occorre chiedersi – aggiunge il presidente Agabiti – se sia uno strumento al momento fruibile, quali siano linee guida per l’attuazione, così come di quanti selettori si stima di avere bisogno.