Fratelli d’Italia – Todi :”Violenza e discriminazione contro le donne: c’è ancora molto da fare! “

 

La società cambia, le leggi accompagnano le trasformazioni, spesso con evidente ritardo.  

E’ del 1946 il riconoscimento del diritto al voto alle donne. Grandi passi in avanti sono stati fatti grazie anche alla riforma del diritto di famiglia nel 1975 ed il recepimento di Direttive Europee per la creazioni di “Pari Opportunità” da concedere alle donne anche nel mondo del lavoro.

Passi decisivi, con riferimento alla tutela della donna -persona, contro ogni forma di violenza, sono stati fatti solo nel  1981, con la norma che ha abolito  l’istituto del matrimonio riparatore e del  cosiddetto delitto d’onore. Una legge «che prevedeva una sensibile riduzione della pena per chi uccideva coniuge, figlia o sorella in uno stato d’ira, al fine di difendere l’onore suo o della famiglia, leso a causa di una illegittima relazione carnale della donna».

È certamente un lungo percorso, ancora in fieri, che arriva fino agli interventi legislativi contro la violenza sulle donne rispettivamente del 2001 e del 2009 dedicati ai maltrattamenti domestici e allo stalking, senza dimenticare il decreto legge intervenuto solo nel 2013 sul femminicidio.

Il bilancio è positivo?

In settant’anni di vita repubblicana la condizione delle donne italiane è migliorata, questo è indubbio. Nonostante ciò il nostro Paese è ancora lontano dal raggiungere la piena parità dei sessi ed il riconoscimento della donna come soggetto da tutelare al pari dell’uomo e non come “soggetto debole”. Le donne italiane non potevano votare, non potevano lavorare, non potevano divorziare, non avevano diritti successori; se venivano uccise non era poi così grave, se la loro “colpa” era di aver leso l’onore maschile. La situazione delle donne italiane non era per niente facile e decenni di lotte civili, sfociate in leggi, sono riuscite piano piano a cambiare le cose.

Ma le battaglie non sono ancora finite. C’è ancora molto da fare. Sicuramente sul piano normativo, ma essenzialmente sul piano della civiltà individuale. Fino a che nella comune mentalità sociale non sarà conseguenziale la ovvia parità uomo-donna, saremo costretti ad assistere a soprusi commessi da persone che si ritengono superiori per non si sa quale motivo. 

Dobbiamo ancora lavorare molto per raggiungere questo status, è importante, per noi e per le generazioni future.