Ospedale di Pantalla: Cgil e Spi, siamo punto e a capo

“La Media Valle del Tevere non può essere privata di una risposta sanitaria. Il rischio è che le persone rinuncino a curarsi”

“Dopo innumerevoli proclami sulla riapertura dell’ospedale di Pantalla e dei vari reparti (la chirurgia, a leggere i giornali, è stata riaperta 3 volte), siamo punto e a capo: l’ospedale della Media Valle del Tevere è di fatto nuovamente chiuso. Funzionano, a scartamento ridottissimo, solo alcuni ambulatori o servizi di day-hospital”. A scriverlo in una nota sono Cgil e Spi della Media Valle del Tevere.
“La pandemia è una cosa seria – sottolineano dal sindacato – e va affrontata con la massima determinazione ma, guardando le statistiche di questi giorni, con l’Umbria tristemente in testa per la crescita dei contagi e in coda sul numero di posti letto in terapia intensiva in rapporto alla popolazione (posti che hanno avuto incremento zero), si ha la sensazione che l’attenzione delle autorità sanitarie regionali sia stata concentrata più sullo sviluppo della sanità privata che sull’organizzazione dei servizi per prevenire la pandemia”.
“Privare di fatto un territorio di più di 60.000 utenti del suo ospedale non è cosa di poco conto – insistono Cgil e Spi Cgil – così come non lo è costringere i pazienti, soprattutto gli anziani, a raggiungere Città di Castello o Branca, per normali esami o interventi di prevenzione. Stessa cosa per gli interventi chirurgici urgenti. Si provi ad immaginare un pensionato di San Venanzo o di Massa Martana, operato a Branca: il coniuge, in assenza di familiari disponibili, come può raggiungerlo e fargli assistenza, stante l’assenza di qualsiasi mezzo pubblico?”.
“Il rischio, ormai realtà, è che la gente rinunci a curarsi, con il conseguente aumento dei morti per le patologie tradizionali – avvertono Mauro Moriconi, responsabile della zona Media Valle del Tevere per la Cgil di Perugia, e Giuseppe Giansanti, segretario della Lega Spi Cgil – Noi avevamo proposto di destinare un terzo dell’ospedale di Pantalla al Covid (e per la sua conformazione sarebbe stato possibile con sforzi minimi isolare una parte, costruendo anche percorsi dedicati e del tutto staccati dal resto), ma le altre divisioni della struttura debbono essere rimesse a disposizione della cittadinanza, con le caratteristiche e le prestazioni precedenti, recuperando – tra l’altro – le attrezzature che nel frattempo sono state spostate in altri ospedali”.
E’ necessario procedere alle assunzioni nella sanità regionale altrimenti non saremo in grado ne di garantire i servizi ordinari e tanto meno l’emergenza legata alla pandemia.
“Al termine della pandemia chiederemo anche di potenziare l’ospedale per correggere i limiti del passato ma, al momento, va riaperto e reso funzionale al più presto – concludono Moriconi e Giansanti – Riteniamo inoltre necessario ed inderogabile che anche i sindaci del territorio assumano orientamenti coerenti con gli impegni che hanno preso con i cittadini. Non possono continuare a nascondersi dietro la favoletta che tutto si riaprirà, perché questi mesi hanno dimostrato che non è così, e soprattutto perché la situazione sanitaria sta peggiorando, aggravando gli effetti già negativi del Covid”.