Dal 1 gennaio 2018 nella nostra città è stata istituita la Tassa di Soggiorno, un dazio che i turisti che soggiornano a Todi sono costretti a pagare per ogni notte di permanenza. Siamo stati sempre contrari alla tassa in questione: siamo convinti che renda Todi meno competitiva nei confronti delle città limitrofe ed incida negativamente sulla possibile scelta della stessa come sede per le proprie vacanze. Non si dica che il turista non guarda a queste cose! Con a disposizione varie mete da scegliere, coloro che sono in viaggio, saranno più incentivati ad optare per la permanenza in luoghi privi della tassa di soggiorno.
La contrarietà a questa scelta è ancor più forte e motivata, andando ad analizzare l’utilizzo che l’Amministrazione Ruggiano destina con gli introiti che ne provengono.
La metà di essi viene utilizzata come rimborso della TARI per gli alberghi. Purtroppo però, guardando bene, il provvedimento riguarda ben poche strutture: la maggior parte, come agriturismi, B&B, affittacamere, ne rimane esclusa. Il rimborso della Tari si calcola in maniera inversamente proporzionale al grado di occupazione della struttura. In proporzione alle stanze disponibili, gli alberghi che hanno avuto meno ospiti, avranno diritto ad un più lauto rimborso: va da se che le strutture più costose saranno anche quelle che riceveranno un risarcimento maggiore.
Questa misura non era giusta all’epoca in cui fu istituita e lo è ancor meno in un periodo come questo, martoriato dalla crisi post-Covid, che ha colpito le strutture recettive senza distinzione. Non di meno va considerato il lavoro burocratico che comporta per gli operatori del settore. Tutti quanti (anche coloro che non ricevono il rimborso TARI) sono chiamati a fare da mero cerbero per il Comune; ma evidentemente saranno solo in pochi a goderne i frutti.
Con la Tassa di Soggiorno il Comune di Todi ha incassato, nel 2018, 179.663,70€ e nel 2019 174.743,10€. Ovviamente, purtroppo, con il lockdown le entrate sono crollate vertiginosamente tanto che, ad ora, nel 2020 siamo a 15.000,00€.
L’altra metà, delle somme incassate dalla tassa, secondo la Giunta, vengono destinate per un sedicente Piano Marketing rivolto a promuovere la città. Per quello che si sa tale Piano, palesatosi nel 2019 (quindi nel 2018 nemmeno 1€ degli introiti della tassa di soggiorno vennero destinati per un piano marketing coerente e adeguato), sino ad ora, si è concretizzato in una Gara vinta da una Società ligure, al costo di 40.000,00€ all’anno.
E il resto?!
Utilizzare gli introiti della Tassa di Soggiorno per dare cospicui finanziamenti ad alcuni eventi isolati che non promuovono adeguatamente la città, risulta quanto meno inappropriato.
Credo che un buon amministratore (tralasciando il fatto che sicuramente non avrebbe questo problema perché tale tassa, a Todi, non l’avrebbe mai istituita), per agevolare la ripartenza ad una crisi così grave ed inaspettata, non impiegherebbe un secondo a toglierla. Eliminare la tassa di soggiorno, oggi come oggi, significherebbe agevolare e favorire la permanenza di turisti, sempre più alla ricerca di luoghi con molto verde e a misura d’uomo, dopo un lockdown e le sue conseguenze che hanno coinvolto praticamente tutto il pianeta.
Più gente gira in città più possibilità di lavoro c’è per TUTTI, comprese le categorie e i luoghi non direttamente interessati nell’accoglienza.
Manuel Valentini Capogruppo Pd in Consiglio Comunale