Doglio – Eventi del ‘900. Un libro per i cento anni della Società di Sant’Antonio da Padova.

 

Si è svolta recentemente a Doglio la tradizionale festa in onore di Sant’Antonio da Padova alle cui celebrazioni ha preso parte anche il vescovo emerito Mons. Giovanni Scanavino.
La festa di quest’anno è caduta nel centenario della nascita della Società di Sant’Antonio sorta nel 1920, due anni dopo la guarigione miracolosa di Chiara Lipparoni, una giovane del luogo, malata di influenza “Spagnola”, la cui salvezza, venne attribuita dalla devozione popolare, alle qualità taumaturghiche del santo cui i genitori avevano fatto voto.
Per l’occasione è stata realizzata e consegnata a tutti i cittadini del luogo una pubblicazione che ripercorre un secolo di storia di vita civile e religiosa di questa piccola e laboriosa frazione di Monte Castello di Vibio.
L’autore del volume, intitolato “Doglio – Eventi del ‘900”, è Mons. Nello Bertoldi, parroco di Doglio dal 1963 ad oggi, che ha voluto farne dono ai propri parrocchiani sottolineando come “la storia della Società di S. Antonio è stata la storia della comunità di Doglio”.
Nel testo si narra come la popolazione di Doglio, uscita con le sue ferite dal primo conflitto mondiale e dall’epidemia della “spagnola”, ritrovò un pò di serenità attorno alla fede per il suo Santo ed alla festa che, dal 1919, ogni 13 giugno, in suo onore, si celebra grazie alla costituzione di un’apposita “Società” a cui praticamente tutte le famiglie offrivano la propria spontanea collaborazione.
Ben presto, però, questa ritrovata unità d’intenti venne sconvolta da un’altra e più terribile guerra il cui epilogo, per un destino crudele, si abbattè anche in loco con l’uccisione, ingiusta, del giovane agricoltore Pietro Mariotti. Il dramma avvenne nella pubblica piazza che oggi porta il suo nome di fronte alla moglie, al loro figlioletto appena nato ed a tutti i paesani radunati a forza dai militi e terrorizzati nel vedere il triste spettacolo davanti ai propri occhi. Vani risultarono pure i coraggiosi tentativi del parroco dell’epoca, don Gerardo Petrignani, di sottrarre la vittima innocente ai suoi assassini.
Superate anche queste tristi vicende, nel secondo dopoguerra, la vita in paese e nella sua campagna riprese a scorrere. Nel volume di Mons. Bertoldi vengono quindi descritte alcune vicende dell’immediato periodo post bellico che vide il rifiorire della vita agricola, artigianale e familiare.
Fra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta, vi fu infatti la costruzione di due nuove scuole precedentemente ospitate in locali provvisori all’interno del paese: la scuola materna “Giovanna Gasparri” per iniziativa ed opera di Mons. Giuseppe Orlandi e la scuola elementare da parte del comune di Monte Castello di Vibio. Opere ed iniziative che avrebbero dovuto fare argine allo spopolamento graduale delle campagne. Ma purtroppo non fu così ed anche Doglio, inesorabilmente, come tante altre zone di montagna del resto d’Italia, pur rimanendo un luogo vivibile ed ideale, ha subito l’abbandono di tante famiglie che hanno preferito trasferirsi verso le città in cerca di maggiori servizi e occasioni di lavoro. Un declino parzialmente frenato negli ultimi anni grazie alla nascita di varie attività agrituristiche ed alla specializzazione di alcune produzioni agricole.
I personaggi del Novecento che hanno segnato la storia del paese si alternano nel racconto di don Nello Bertoldi: don Domenico Mecarelli, Pietro Mariotti, Don Gerardo Petrignani, Mons. Giuseppe Orlandi, il prof. Egidio Lipparoni.
Ma i protagonisti principali, alla fine, sono i cittadini stessi e le famiglie che nel corso del tempo, attraverso il proprio lavoro, hanno continuato a custodire quei valori che ancora oggi animano il paese.