Intervento di Adriano Ruspolini,ViceSindaco di Todi

 

L’epocale emergenza che stiamo vivendo sta mettendo in luce quanto sia drammaticamente attuale la necessità di ripensare profondamente la sanità italiana e conseguentemente quella umbra che ha dimostrato tutte le sue fragilità frutto di anni di mancata programmazione, sprechi e duplicazioni di servizi a danno della qualità e dell’efficienza dello stesso servizio pubblico.

Troppo spesso fiumi di denaro sono stati dispersi in mille rivoli a discapito dell’aggiornamento tecnologico, degli investimenti in ricerca e della formazione del nostro più grande capitale, che è il personale sanitario, nostra vera eccellenza che tutto il mondo ci invidia.

Troppo spesso i nostri migliori giovani sono stati costretti a cercare nel mondo opportunità e riconoscimento professionale, perché in patria sarebbero stati costretti ad un lungo precariato, professionalmente umiliante.

La gara di solidarietà che ha portato oggi, singoli cittadini, piccole e grandi imprese, associazioni a raccogliere fondi per donare strumenti e macchinari da mettere a disposizione dei nostri ospedali e soprattutto Dispositivi di Protezione Individuale (DPI), ha crudamente messo a nudo tutte le carenze da noi storicamente denunciate.

Occorre certamente già oggi, in piena emergenza, che la politica dia segni concreti e tangibili di cambiamento. Occorre dare ai nostri cittadini la percezione, che può essere credibile solo se corredata dai fatti, che qualcosa stia cambiando e che nulla sarà più come prima.

Queste riflessioni ci hanno stimolato ad analizzare l’organizzazione sanitaria della nostra Regione e da questo esame stileremo una serie di proposte concrete che sottoporremo all’Assessore Coletto e che possano contribuire a razionalizzare i costi del servizio sanitario e liberare risorse per investimenti non più procrastinabili.

Un primo concreto segnale potrebbe scaturire, a nostro avviso, dall’immediata abolizione delle

AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali). Servizio istituito con D.G.R.U. n. 903 del 01/07/2018 e DDG n. 1776 del 29/12/2017 e, crediamo, sconosciuto alla maggior parte dei cittadini.

Tale servizio si propone di garantire una “continuità” assistenziale dalle ore 12.00-16.00 dal lunedì al venerdì e dalle ore 08.00-14.00 il sabato e altri prefestivi a cura dei medici di base (su base volontaria) o di altri professionisti appositamente incaricati.  Questo per garantire una presenza continuativa per: “visite mediche, prestazioni diagnostiche semplici, medicazioni, terapie iniettive, prescrizioni di farmaci, visite specialistiche, esami strumentali e certificazioni”.

Così come descritto il servizio suscita da subito diverse perplessità:

Anzitutto il rapporto medico di base paziente è basto sulla profonda conoscenza della storia clinica dell’assistito e non si vede come, per visite o prestazioni diagnostiche di base, un cittadino dovrebbe rivolgersi ad un medico terzo.  I medici di base garantiscono già presenza giornaliera e ampia copertura di tali esigenze. Il resto della giornata, al di là di questo breve lasso di tempo, è comunque coperto dalla presenza del servizio di guardia medica. Se poi vogliamo prendere in esame il momento storico che stiamo vivendo, la cosa appare ancora più paradossale in quanto ogni prestazione prescrizionale e non solo avviene esclusivamente via telefono.

In teoria la fascia di funzionamento del servizio (12.00-16.00) è quella in cui i medici devono osservare il riposo per il recupero psicofisico. Perché pertanto indurre (pur se l’adesione alle AFT sia su base volontaria) i medici a lavorare in orario destinato al riposo ed al recupero?

In sostanza il servizio descritto ci sembra una sostanzialmente un inutile sovrapposizione funzionale che, con l’apparente intento di garantire la totale copertura della giornata, di fatto comporta una organizzazione dispendiosa (presenza di coordinatori, infermieri, spazi e strutture dedicate)  sconosciutaalla maggior parte della cittadinanza e dall’utilità tutta da dimostrare.

Considerando che la sola provincia di Perugia conta ben  21 AFT,  è facilmente intuitivo come la soppressione del servizio possa determinare un risparmio, pur da verificare, di diverse decine se non centinaia di migliaia di euro.

Consideriamo questa proposta un primo piccolo, ma significativo gesto, per far comprendere agli umbri che da oggi in poi ogni euro delle tasse investito in sanità pubblica sarà destinato esclusivamente a rendere eccellente il servizio sanitario per i cittadini, ed a far lavorare il personale medico e paramedico in sicurezza.