“Il Barbiere di Siviglia” al teatro Comunale di Todi : aspetti positivi ma anche negativi

 

L’appuntamento annuale con l’Opera è sempre molto attesa. Perché, dopo le stagioni di Spada e Marchini, il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto è l’unica possibilità che si ha, a Todi, di assistere ad un  vero spettacolo d’opera. E come pubblico Todi non delude: gli organizzatori ci dicono che il nostro teatro  comunale è sempre affollato e che il pubblico è sempre molto partecipe. E non dimentichiamo la folta partecipazione degli studenti del Liceo che, grazie alla buona volontà e alla passione di qualche benemerito docente, vengono sensibilizzati e preparati all’evento.

E veniamo al ‘Barbiere di Siviglia di quest’anno. Ancora una premessa: i cantanti sono degli esordienti  che sono stati ammessi e hanno partecipato ai corsi organizzati a Spoleto. Quindi bando ai super esperti che arricciano il naso sulle voci. Sulle quali comunque qualche cosa si può osservare: è già possibile vedere se ci sono grandi promesse (e quest’anno forse mancano, ma speriamo di sbagliare), le qualità degli esordienti, l’orchestra e la regia e scenografia. Non dimenticando che ascoltare il Barbiere e Rossini anche per la centesima volta e magari a occhi chiusi, è sempre un piacere. E quindi grazie al Teatro Lirico per la possibilità che ci ha dato di una serata, comunque bella, con Rossini. E il pubblico, che ha quasi riempito il Comunale, ha molto gradito. Osservazioni assolutamente personali: gli allestimenti ‘alla moderna’ (per parlare come Figaro) sono molto complicati e il pubblico si divide. In questo caso, con una sola scenografia sul palcoscenico che, se abbiamo ben capito, voleva far vedere il Barbiere di una compagnia che non potendo allestire l’opera con scene tradizionali si adatta a recitare fra camerini e materiale teatrale; i costumi vari e anche improbabili (il conte che doveva essere travestito da prete e diventa una marionetta al limite dell’accettabile), il muoversi sulla scena con atteggiamenti tra la danza e il burlesco, hanno destato molte perplessità, anche se non sono mancate idee e invenzioni gradevoli. Certamente scenografia e regia hanno richiesto molta volontà di adattamento. Forse è un problema economico? Ma il super esperto diceva che, senza spendere, nei magazzini non mancano ottime scenografie del passato da recuperare. Ma alla fine, superato lo choc, tutto diventa gradevole e non sono mancate   impressioni positive. E Rossini è sempre Rossini. Male che vada, basta chiudere gli occhi e far funzionare le orecchie. Ma veniamo alla musica e alla direzione, assolutamente dignitosa e decisamente  ascoltabile. Degli interpreti, tutti debuttanti, dopo la premessa iniziale, niente cattiverie: modesta la voce del Conte d’Almaviva, buona quella di Rosina (ma voce di soprano lirico e non di mezzosoprano come oggi si richiederebbe; ma i mezzosoprani sono ormai merce molto rara), complessivamente accettabili le altre voci. A tutti l’augurio di una bella carriera. Da Spoleto in passato sono usciti grandi cantanti; ci auguriamo, anche per nostro egoismo, che tutti lo diventino. Ma il super esperto dice che, in questi ultimi due o tre anni, la qualità delle voci è modesta. Speriamo che abbia torto. Un grazie dovuto e sincero al Teatro Lirico Sperimentale, per il suo lavoro ma anche per lo spettacolo annuale di cui Todi fruisce.

“SuperEsperto”