PRESENTAZIONE DEL LIBRO: IL CASTELLO DI DOGLIO

 

Successo di pubblico per la presentazione, presso la frazione montecastellese di Doglio, del libro: “Il castello di Doglio, architettura, famiglie, chiese e territorio” scritto da Filippo Orsini (direttore dell’archivio storico del Comune di Todi) con il contributo dell’archeologo Valerio Chiaraluce e del parroco della comunità Mons. Nello Bertoldi. Presente anche Daniela Brugnossi, sindaco di Monte Castello di Vibio che ha concesso il patrocinio alla manifestazione.
La cerimonia è stata simpaticamente aperta con l'”Inno di Doglio” intonato da alcuni paesani e musicato, proprio per l’occasione, dal M^ Augusto Mencarelli anche per sottolineare le antiche tradizioni del piccolo borgo mediovale rimasto pressochè intatto nel corso dei secoli. Gli onori di casa sono stati fatti da Pietro Capociuchi, presidente dell’Associazione S.Antonio da Padova di Doglio che ha promosso e finanziato la pubblicazione il quale, ha rircordato, che l’associazione oltre a promuovere da molti anni iniziative di beneficenza in favore del Comitato per la vita “Daniele Chianelli” opera per la valorizzazione e la promozione del piccolo borgo.
Il sindaco Brugnossi ha sottolineato da parte sua l’importanza degli archivi storici che consentono di tramandare fino a noi notizie e informazioni che altrimenti andrebbero perdute.
La presentazione del volume è stata tenuta da Mario Squadroni, docente di archivistica presso l’Università degli Studi di Perugia, già Soprintendente Archivistico per l’Umbria.
Secondo Quadroni il testo raporta con rigore scientifico, poichè basato su fonti archivistiche, la storia del paese e delle famiglie che nel tempo lo hanno abitato. Si narra di tutte le famiglie, ricche e povere, dei loro interessi e mestieri, delle liti più ricorrenti che accedevano (spesso per questioni di danneggiamento alle proprietà confinanti), del tipo di coltivazioni, di allevamento, dei problemi legati all’isolamento del borgo ma anche degli sforzi fatti dagli abitanti per migliorare sempre la loro condizione. Per Mario Squadroni il libro riscopre il cosiddetto genius loci dei latini, cioè lo spirito e l’identità di Doglio, formatasi negli anni.
L’autore, Filippo Orsini, nel ringraziare quanti, a vario titolo, hanno permesso di giungere alla pubblicazione del volume dopo un lungo lavoro durato diversi anni, ha sottolineato che lo stesso si basa su un vero e proprio “scavo documentario” basato sulle carte in cui nulla è lasciato alla fantasia ed all’interpretazione.
L’opera infatti, attraverso specifiche ricerche archivistiche, ripercorre l’articolata storia del castello di Doglio, antico insediamento del contado tuderte posto al confine fra i territori di Perugia e di Orvieto, fortificato nel medioevo dal comune di Todi da cui dipese per lunghi secoli per poi passare, successivamente, in epoca napoleonica (nel 1798), sotto il controllo del comune di Monte Castello divenuto capocantone di 25 comuni e frazioni.
Viene inoltre spiegata l’origine del nome attraverso uno studio (curato da Valerio Chiaraluce) sui rinvenimenti archeologici nel territorio circostante al castello che contribuisce a definire l’etimologia del nome, dall’antico Dolium, un contenitore circolare di terracotta di grosse dimensioni che serviva per conservare e trasportare vino, olio e altre derrate alimentari.
Il testo si arricchisce, inoltre, della testimonianza del parroco del paese, Mons. Nello Bertoldi, che ricostruisce le fasi, che fra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, hanno portato alla realizzazione dell’attuale chiesa parrocchiale del SS. Salvatore inaugurata nel 1906.
L’appendice fotografica, infine, ricavata dall’archivio di Massimo Loria, riconduce il lettore nel secolo trascorso facendo rivivere volti e avvenimenti del borgo.