IMMAGINA TODI FIORITA – SUGGESTIONI E COMMENTO DI MATTEO BOETTI

Si è svolta venerdì 7 giugno la cerimonia di premiazione del concorso Immagina Todi Fiorita che Etab-La Consolazione realizza in collaborazione con l’associazione VerdeTodi in concomitanza con la manifestazione “Todi Fiorita”.
Giovanissimi i vincitori di questa II edizione i cui elaborati sono stati valutati dalla Giuria composta dal Presidente di Etab-La Consolazione, dalla sig.ra Giammarioli per l’associazione Verde Todi e dal poeta e noto gallerista Matteo Boetti, alle cui parole si affida il commento sugli elaborati valutati e premiati dalla Giuria che ha attribuito ad  Angelica Mizzi il primo premio; il secondo a Valentina Filoia e il terzo ad Agnese Scura.
In questa edizione è stata anche presentata ed utilizzata la medaglia della Consolazione Ente Tuderte di Assistenza e Beneficienza realizzata dall’Ente unitamente al Maestro Salvi.
SUGGESTIONI E COMMENTO DI MATTEO BOETTI
L’arte ha da sempre una natura trascendente, in qualche modo ci collega con l’assoluto, con l’altrove. Il paradosso però del processo creativo è che per raggiungere questo assoluto, quantomeno per sfiorarlo, bisogna attingere anche alle esperienze umane empiriche. Si tratta di mettere in gioco il proprio io, le proprie emozioni e sensazioni, ma questo non basta. Non basta mai.
A parte il “mestiere” che si raggiunge ovviamente dopo anni di pratica e di esperienza, se si vuole progredire in questo campo è cruciale approfondire la propria conoscenza della storia dell’ arte, sia per trarre ispirazione dai grandi maestri, sia per evitare di ripetere ricerche già fatte. Ciò che sempre primeggia nella grande arte è l’intensità, l’originalità e l’efficacia di un’ idea, anche semplice ed ispirata al proprio vissuto, ma comunque sempre una visione del mondo, l’invenzione di un proprio alfabeto visivo. Il primato del pensiero permea ogni scelta, ogni slancio creativo di un artista visivo.
Alberto Burri trasferiva attraverso i suoi sacchi di iuta strappati la sua esperienza di prigionia in America. Lucio Fontana andava oltre la superficie della tela squarciandola, come a volersi tuffare nell’ universo, nell’ aldilà.
Il disegno di Angelica Mizzi ci ha colpito per la sua umiltà artigianale, atteggiamento che anziché sminuirne le qualità ne esalta invece l’efficacia linguistica, la capacità di sintesi e un certo senso estetico naturalmente inserito nella storia dell’arte sacra dell’ Umbria.
I maestri che si intravedono in questo disegno sono, tra gli altri, Sonia Delonay, Luigi Ontani, Giacomo Balla.
Il dipinto di Valentina Filoia  trasuda invece di citazioni stilistiche, non sappiamo quanto consapevoli o inconsce. Sia nel soggetto che nell’ approccio empatico, nella tecnica e nelle atmosfere, emergono le lezioni di Morandi, Casorati, Mafai, Cezanne, Tano Festa.
Infine nel disegno metafisico di Agnese Scura, delicatamente bucolico e sentimentale, appare l’ influenza del russo Chagal, del francese Matisse, dello svizzero Giacometti, di Modigliani e De Chirico. Chissà se Agnese ha mai sfogliato libri di questi autori o visto documentari su di loro o se invece l’ infallibile dio dell’arte glieli ha fatti apparire in sogno.