Comunicato stampa:”L’emergenza rifiuti continua, ma la giunta regionale non ha intenzione di varare il nuovo piano regionale di smaltimento dei rifiuti per chiudere il ciclo”. Cgil e Fp Cgil: “Intensificheremo la mobilitazione”

 

A partire dall’iniziativa pubblica promossa il 16 dicembre 2016, dalla FP-CGIL dell’Umbria, insieme alla Cgil Regionale dell’Umbria e alla Fp-Cgil Nazionale, ha denunciato la grave situazione presente nella nostra regione (esaurimento discariche, frantumazione aziendale, aumento dei costi e delle tariffe) e avanzato proposte: nuovo Piano regionale di smaltimento dei rifiuti; azienda unica pubblica; adeguamento degli impianti di lavorazione dei rifiuti esistenti, in carico alle aziende che ne sono titolari, per debellare gli extracosti determinati dalla lavorazione dei rifiuti fuori regione; chiusura del ciclo dei rifiuti con impianti (pubblici) tecnologicamente avanzati che, nel rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini, valorizzino il rifiuto indifferenziato producendo energia; filiere produttive a valle della raccolta differenziata, che, nel promuovere nuova e buona occupazione, determinino un vero riciclo del prodotto differenziato, per un modello di sviluppo socio-eco-compatibile.

Di fronte all’immobilismo che caratterizza la politica della Giunta regionale anche in materia di rifiuti, ma che è proprio anche di alcune amministrazioni comunali che partecipano, in tutto o in parte, le aziende depositarie del servizio di igiene ambientale (Comune di Perugia in primis), la FP CGIL Umbria e la CGIL Umbria intensificheranno la mobilitazione partita con il volantinaggio che a fine dicembre 2018 ha interessato diverse realtà territoriali umbre, per sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema che evidentemente ha un carattere di interesse generale e non può, quindi, essere delegato solo agli addetti ai lavori.

Il tutto, propedeutico ad avere un servizio di pubblica utilità efficiente, efficace, a costi contenuti e al mantenimento dei livelli retributivi ed occupazionali delle lavoratrici e dei lavoratori del settore.