Nessun Comune umbro sopra ai 10 mila abitanti ha aumentato gli occupati nel 2017. Il saldo regionale, dunque, è negativo: ogni 100 cessazioni ci sono state 97,2 assunzioni (-4.264). Questi i dati globali umbri che emergono dal rapporto del settore datajournalism di Mediacom043, diretto da Giuseppe Castellini, sull’andamento del mercato del lavoro nei comuni. Mediacom043 ha elaborato i dati ufficiali forniti dall’Osservatorio del mercato del lavoro della Regione Umbria.
La città di Todi rientra tra quelle che hanno avuto un calo più contenuto dei livelli occupazionali. Vale a dire con tassi di sostituzione cessazioni – assunzioni tra 98 e 100. Siamo a -20 unità, tasso 99,1. Si piazza di poco dietro ad Assisi che, tra i comuni umbri sopra i 10 mila abitanti con la situazione migliore, vede primeggiare Assisi (-21 unità, tasso di sostituzione pari a 99,7). Più esattamente, nella città tuderte, ci sono state 2.192 assunzioni l’anno passato contro 2.212 cessazioni di lavoro.
Per assunzioni intendiamo avviamenti al lavoro. Nel caso molto frequente di contratti di lavoro a termine, una persona nell’arco dell’anno può essere avviata più volte. Lo stesso vale per le cessazioni. Il numero delle persone assunte è dunque di molto inferiore, ma vale la stessa cosa per le persone che hanno lasciato il lavoro.
Giuseppe Castellini spiega: “L’andamento occupazionale, in Umbria, è non è stato positivo nel 2017. Attendiamo i dati della crescita del Pil 2017 in Umbria (nel 2016 è stato addirittura positivo, unico caso insieme al Molise) che, dalle anticipazioni, non sembrano comunque esaltanti, per capire se la produttività sia aumentata, il che significa meno occupazione ma di migliore qualità”. Conclude: “Per come è messa l’Umbria, se il sistema inizia a muoversi verso segmenti a maggiore valore aggiunto, quindi con una crescita del Pil superiore all’andamento degli occupati, non è necessariamente un male”.