La vicenda del trasferimento dei dipendenti comunali sta assumendo contorni che non mi piacciono e che, a mio avviso, ledono i diretti interessati sia sul piano personale che professionale. Ogni volta che si parla di dipendenti pubblici è forte il rischio di scivolare in battaglie politiche, ma, in questo caso, la strumentalizzazione è quanto mai evidente. Continuo a sostenere, sin dal primo giorno, che il punto centrale del dibattito è e resta uno solo: la tutela dei servizi al cittadino, la loro qualità ed efficenza nel rispetto dei criteri di economicità gestionale dell’ente comunale. Se questi sono i presupposti da tutelare, ne discende in maniera naturale e necessaria che la professionalità, la specificità, la capacità, l’esperienza e la funzionalità dei singoli dipendenti non possano non essere attentatemente valutati in un quadro di riorganizzazione del personale. Non nell’interesse del dipendente, ma dei servizi offerti al cittadino. Spostare la questione sul terreno politico, al contrario, mortifica questo ragionamento e non ci consente di valutare con serenità ed obiettività quanto opportuni e utili possano essere alcuni spostamenti. Anche il vessillo della normativa dell’anticorruzione non può non contemplare il principio che l’ente deve garantire la massima funzionalità dei propri servizi. È proprio il profondo rispetto dei dipendenti, di tutti i dipendenti, che mi porta ad insistere su questo aspetto della vicenda, sul quale non si hanno ancora risposte chiare. Ogni amministrazione è legittimata ad organizzare il personale come meglio crede, sulla base e nel rispetto di criteri definiti dalle normative vigenti. Tuttavia si deve assumere la responsabilità politica di spiegare la ratio di alcune scelte, soprattutto quando queste si evidenziano come poco comprensibili ai cittadini, che, evidentemente, con il loro disappunto, sottolineano, al contrario, la propria soddisfazione per quel determinato servizio pubblico. E soprattutto si deve avere la capacità di spiegare come verrà mantenuto, se non accresciuto, il livello e la qualità di quei servizi. Il resto è battaglia politica e polemica che usa le persone anche ben oltre la loro volontà, esponendo la nostra città ad un’attenzione mediatica che, in questo caso, non merita. Parlando di persone, pertanto, inviterei tutti pertanto ad abbassare i toni e a ritrovare il giusto equilibrio, necessario a superare le criticità aperte.
Floriano Pizzichini
Todi Civica
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