Visto che la Legge 107 del 2015 ha delegato il Governo ad adottare decreti legislativi che prevedessero “…l’ istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni, costituito dai servizi educativi per l’infanzia e dalle scuole dell’infanzia, al fine di garantire ai bambini e alle bambine pari opportunita’ di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, etniche e culturali, nonche’ ai fini della conciliazione tra tempi di vita, di cura e di lavoro dei genitori, della promozione della qualita’ dell’offerta educativa e della continuita’ tra i vari servizi educativi e scolastici e la partecipazione delle famiglie, attraverso: (tra l’altro) la generalizzazione della scuola dell’infanzia; l’esclusione dei servizi educativi per l’infanzia e delle scuole dell’infanzia dai servizi a domanda individuale; l’approvazione e il finanziamento di un piano di azione nazionale per la promozione del sistema integrato, finalizzato al raggiungimento dei fabbisogni standard delle prestazioni; la promozione della costituzione di poli per l’infanzia per bambini di eta’ fino a sei anni, anche aggregati a scuole primarie e istituti comprensivi;
Che il Governo ha dato attuazione alla delega con il D.LGS 65 del 2017, che prevede la progressiva istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione, un’organizzazione del Sistema anche per poli per l’infanzia, che accolgano in un unico plesso o in edifici vicini più strutture di educazione e di istruzione; che obiettivi strategici di sistema sono il progressivo ampliamento dei servizi educativi per l’infanzia fino a tre anni di età; la generalizzazione della scuola d’infanzia dai tre ai sei anni di età.
Che il Governo ha adottato e finanziato il Piano di azione pluriennale per la promozione del sistema integrato, ha definito funzioni e compiti di Stato Regioni e Comuni e ha provveduto a ripartire i fondi tra le Regioni.
Che il sistema integrato deve prevedere il coinvolgimento e la partecipazione delle famiglie, in considerazione della loro primaria responsabilità educativa.
Tenuto conto delle positive esperienze portate avanti nelle scuole tuderti in tema di educazione alimentare per la promozione di sane abitudini di consumo, attivate in collaborazione con la USL Umbria 1 e l’IIS Ciuffelli Einaudi.
Tenuto conto della disponibilità del soggetto gestore dei servizi di mensa ad attivare forme di partecipazione dei genitori alla gestione del servizio, anche attraverso la creazione di un’apposita APP.
Preso atto che l’Amministrazione Comunale ha inteso proporre all’approvazione del Consiglio Comunale il Regolamento del servizio di refezione scolastica che non tiene conto delle novità introdotte dall’attuale normativa.
Alla luce delle finalità che il Sistema integrato deve raggiungere, chiediamo che il testo del Regolamento, approvato a maggioranza dal Consiglio Comunale, sia modificato nel modo seguente:
• Sia inserito nel testo un apposito articolo che definisca il servizio mensa come parte del progetto educativo della scuola dell’infanzia, che non può essere più considerato un servizio a domanda individuale, che quindi anche nell’erogazione di questo servizio occorre garantire “alle bambine e ai bambini, dalla nascita fino ai sei anni, di sviluppare potenzialita’ di relazione, autonomia, creativita’, apprendimento, in un adeguato contesto affettivo, ludico e cognitivo, garantendo pari opportunita’ di educazione e di istruzione, di cura, di relazione e di gioco, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, etniche e culturali”;
• sia inserito nel testo un articolo che preveda l’istituzione di un Comitato genitori che possa partecipare alla programmazione delle attività di gestione del servizio, in collaborazione con il gestore pro tempore dello stesso e condivida, quando possibile, il servizio mensa con bambine e bambini;
• sia eliminato dall’art. 4 – Costo del Servizio il comma che prevede una stampigliatura differenziata sui buoni pasto dei i bambini che possono accedere gratuitamente al servizio di mensa, in base alla condizione economica della famiglia stabilita con ISEE;
• sia eliminato l’ultimo comma dell’art. 5 –Morosità, che prevede “In riferimento alla sola scuola dell’infanzia, qualora non vengano esibiti buoni pasto per un numero pari a 22, il servizio in favore dell’utente verrà sospeso”, limitando alle sole procedure di recupero forzoso del credito presso gli adulti, la modalità di recupero delle somme dovute dalla famiglia, senza sottrarre i bambini ad una parte fondamentale dell’esperienza educativa come è quella della partecipazione al pasto, insieme a compagne e compagni di scuola e insegnanti.