Affidata la prestazione del servizio di rimozione, trasporto e smaltimento delle lastre di eternit abbandonate lungo la strada che attraversa la pineta di Montenero.

 

L’Ente Veralli Cortesi ha dovuto destinare risorse del proprio bilancio per un importo di quasi 2 mila euro, Iva compresa, per finanziare l’affidamento, disposto con determina del Responsabile del Servizio Patrimonio del 12 dicembre  previa gara esplorativa,  ad una ditta specializzata, iscritta all’Albo dei bonificatori ambientali, del servizio di rimozione, trasporto e smaltimento di circa quaranta lastre in cemento amianto abbandonate abusivamente da ignoti all’interno della pineta di Montenero ai margini della strada interpoderale, ma usata dalla collettività da tempo immemorabile, che l’attraversa e conduce al c.d. Ponte Romano sul torrente Arnata (e poi a Torreolivola e Torregentile) e che fa anche parte del circuito del paesaggio n. 5 a suo tempo individuato ed attrezzato dal comune di Todi.

Tale somma avrebbe potuto essere destinata, più utilmente, alle finalità istituzionali proprie di questo Ente erogatore di servizi alla persona, ma per l’unica “colpa” di essere, lo stesso Ente,  proprietario del suolo, è stata utilizzata per porre rimedio ad un  gesto inqualificabile di un cittadino o di una ditta senza scrupoli e fuorilegge.

La pronta segnalazione di questo Ente alle Autorità di polizia competenti (Polizia provinciale, Corpo forestale carabinieri e Polizia municipale) del rinvenimento di tali rifiuti pericolosi non ha ad oggi sortito effetti e non ha, quindi, portato all’individuazione dell’autore dell’azione illecita e deprecabile. Altrettanto prontamente questo Ente ha, invece, ricevuto un invito-diffida da parte del comune di Todi a verificare la situazione e a ripristinare  lo stato dei luoghi “di  Vs. proprietà” entro un certo termine.

Ad onor del vero e se non andiamo errati, la norma del 2006 che sancisce il divieto di abbandono di rifiuti sul suolo risulta prevedere, oltre la sanzione amministrativa pecuniaria per l’autore del fatto illecito, anche l’obbligo  di procedere alla rimozione e smaltimento dei rifiuti e di ripristino dello stato dei luoghi per il soggetto che, appunto, viola il divieto stesso in solido con il proprietario  e con chi eventualmente ha il godimento dell’area ai quali, però, tale violazione sia imputabile, a titolo di dolo o colpa, in base ad accertamenti effettuati dai soggetti preposti al controllo, in contraddittorio con gli interessati. Ci chiediamo dove siano e come siano stati accertati, nel caso specifico, il dolo o la colpa del proprietario del suolo. Ma tant’è e Veralli Cortesi ha comunque provveduto più che altro a titolo di leale collaborazione con il Comune.

La considerazione che, però,  si può fare a seguito di questa pur piccola vicenda  è che, siccome gli autori di simili inqualificabili gesti non sono facilmente individuabili, sarebbe auspicabile che anche i rifiuti abbandonati ai margini delle strade vicinali  o interpoderali aperte comunque al pubblico transito e realisticamente non riservabili con sbarramenti al transito dei soli frontisti, in analogia a quanto avviene per quelli abbandonati sulle strade e piazze  delle città e dei centri abitati venissero raccolti, magari solo su segnalazione, ed avviati al recupero o allo  smaltimento dai soggetti gestori dei servizi di raccolta rifiuti  dei comuni singoli o associati, anche a fini di tutela dell’igiene e salute pubblica.

Tali gestori, tra l’altro, sarebbero in grado di farlo in modo più tempestivo e sicuramente secondo norma, salvo da parte dei Comuni stessi recuperare il costo della prestazione speciale sui soggetti autori dell’illecito abbandono una volta individuati dai competenti organi di polizia o anche su quelli obbligati in solido, purché però responsabili del fatto per dolo o colpa accertati in contradditorio. In caso di non individuazione di soggetti obbligati ci sembrerebbe che si tratti di un onere di cui debba farsi carico la comunità, di cui in genere fa parte anche la “pecora nera” autrice del fatto illecito, e per essa l’Ente locale  che la rappresenta.

Come, del resto e almeno a nostro avviso, sarebbe auspicabile che fossero i comuni, e non i proprietari del suolo, a provvedere al servizio di raccolta dei rifiuti che si accumulano dentro e spesso anche fuori degli appositi contenitori installati dai comuni medesimi lungo i circuiti del paesaggio, creati per il godimento dell’ambiente naturale da parte della collettività e per la promozione del turismo sostenibile.

Il Presidente Gentili