Lavoro, Ires Cgil: in Umbria solo un nuovo contratto su 5 a tempo indeterminato

L’Osservatorio nazionale sul precariato dell’INPS (relativo al periodo gennaio-agosto 2017) conferma ancora una volta l’estrema precarietà del mercato del lavoro in Umbria: infatti, su 52.185 attivazioni (tra tempi indeterminati, tempi determinati, apprendistato e stagionali) i tempi indeterminati (comprese le trasformazioni avvenute) risultano 10.503, circa il 20% del totale.
Dunque, si conferma che solo 1 nuovo contratto su 5 in Umbria è a tempo indeterminato.
I contratti a tempo indeterminato attivati nei primi 8 mesi dell’anno (senza contare le trasformazioni) sono stati 7.267, erano 8.065 nello stesso periodo del 2016 e 13.624 nel 2015.

Nel confronto 2017-2016, il calo dei contratti a tempo indeterminato è stato del -9,9% (contro una media nazionale di – 3,5%). Fanno peggio della nostra regione solo Liguria e Lazio.

Inoltre, mentre in Umbria i tempi indeterminati sono circa il 20% delle nuove attivazioni, la media nazionale, pur bassa, è attorno al 24%.
Per di più, nel periodo considerato (gennaio- agosto 2017) per la prima volta le cessazioni di contratti a tempo indeterminato sono superiori in assoluto alle attivazioni (che includono anche le trasformazioni): 11.714 contro 10.503. Quindi, non solo si conferma la estrema fragilità e precarietà della condizione lavorativa delle persone che entrano nel mercato del lavoro, ma, anche se sembra incredibile, ci sono segnali di ulteriore peggioramento sul terreno della qualità del lavoro.
Le attivazioni complessive (52.185) restano invece superiori alle cessazioni (42.444) ma questo non cambia il quadro complessivo, visto che, allargandosi la precarietà, spesso una singola persona è costretta ad attivare più contratti nello stesso anno. Non a caso, l’Istat parla anche di calo dell’occupazione nel secondo trimestre 2017.
Insomma, il lavoro, quando c’è, è sempre più fragile e precario e il trend è ulteriormente in peggioramento. È urgente una profonda trasformazione delle politiche economiche e del lavoro.
Mario Bravi
Presidente IRES/CGIL Umbria