Le pensioni di oggi, ma soprattutto quelle di domani, che rischiano di condannare intere generazioni ad un futuro di incertezza, tanto più in una regione in cui già quasi il 30% della popolazione, secondo l’Istat, è a rischio povertà o esclusione sociale: è stato questo il tema al centro del dibattito organizzato questa mattina, 28 settembre, dallo Spi Cgil dell’Umbria a Perugia, con la partecipazione della segretaria nazionale dello Spi Cgil, Vera Lamonica.
“Per sostenere le future pensioni dei giovani prima di tutto dobbiamo investire sul lavoro, altrimenti è inutile parlare di contributi, età pensionabile e aspettativa di vita – ha detto Lamonica – Dopodiché, è necessario l’utilizzo di uno strumento che, valorizzando la storia contributiva dei lavoratori, ne sostenga il futuro reddito previdenziale. Contemporaneamente – ha aggiunto la segretaria dello Spi nazionale – occorre superare gli attuali criteri previsti nel sistema contributivo, una vera e propria penalizzazione per i lavoratori con redditi più bassi”.
Tra i punti più rilevanti per la Cgil c’è poi l’Ape social, che allo stato attuale però – secondo il sindacato – non garantisce una reale possibilità di accesso ad ampie fasce di popolazione, per esempio i disoccupati di lungo corso. Per questo, il sindacato chiede un cambio passo nel confronto con il governo sulla cosiddetta “Fase 2” della trattativa sulle pensioni, che invece attualmente fa segnare ancora distanze molto evidenti. “Distanze che ci auguriamo siano superate attraverso il confronto – ha concluso Lamonica – ma se così non fosse dobbiamo essere pronti ad avviare la mobilitazione”.