C’è differenza tra criticare e interpretare. Con riferimento allo striscione comparso nei giorni scorsi nel quartiere Cappuccini contenente la frase contro papa Francesco (“Bergoglio: facile fare lo ius coi soli degli altri”) ritengo doveroso dissociarmi pubblicamente da simili affermazioni.
Non spetta a noi sicuramente difendere il pontefice, ma spetta a noi ricordare, soprattutto a chi ha ruoli istituzionali così come a chiunque intenda esprimere una propria riflessione in una assemblea pubblica o in un consesso civico, che sarebbe opportuno approfondire le questioni prima di parlare, andare direttamente alle fonti piuttosto che limitarsi a letture superficiali, facendo una sorta di copia e incolla magari dei commenti che si trovano su facebook. Documentandosi, gli autori dello striscione avrebbero scoperto che nel messaggio per la giornata mondiale del migrante e del rifugiato, papa Francesco non parla di ius soli ma declina verbi come accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Non facendo altro che ribadire quanto contenuto nel Vangelo e nella dottrina sociale della Chiesa. Insomma, il papa fa il papa. Alle istituzioni spetta il compito di verificare se e come è possibile concretizzare queste linee di principio che noi non possiamo che condividere. Sottolineando infine che continuare ad avvelenare il dibattito pubblico non serve a risolvere le questioni, che chiudere a priori le porte delle nostre città potrebbe si tenere fuori potenziali criminali, ma anche donne, uomini e bambini che fuggono da miseria, violenza e abusi. E chiudere gli occhi sulle miserie altrui, non significa eliminare le proprie.
Gianni Perugini
Consigliere comunale
Lista civica Todi per la famiglia