Argine di Pian di San Martino, anche CasaPound contraria a ‘ecomostro’

 

Anche CasaPound interviene sul tema del progetto dell’argine di Pian di San Martino annunciando la propria contrarietà di massima allo stesso, in sintonia con la quasi totalità degli abitanti del paese e con gli altri partiti di maggioranza che si sono già espressi sull’argomento.

“Sono nato e cresciuto a Pian di San Martino – spiega in una nota Mosé Boschi, esponente del movimento e candidato più votato della lista di CasaPound alle scorse amministrative – e non posso non condividere le perplessità dei miei compaesani rispetto a un intervento enormemente impattante – parliamo di un argine di un altezza di due metri e mezzo e larghezza di tredici – che spaccherebbe il Piano in due”.

“Non vanno a margine sottovalutati (anche se il problema primario rimane comunque l’impatto ambientale) da un punto di vista economico, insieme al costo dell’opera gli ingenti costi di manutenzione, considerato anche che questi ultimi ricadrebbero proprio sul nostro comune e quindi direttamente sulla nostra collettività”.

“Riteniamo che già nella partecipata assemblea di una settimana fa – continua Mosé Boschi – si siano individuate alcune delle direttrici sulle quali si potrebbe elaborare un intervento alternativo, che salvaguardi da una parte l’incolumità del paese e dei suoi abitanti e dall’altra scongiuri la realizzazione di un grottesco “Muro di Pian di San Martino” inviso di fatto alla stragrande maggioranza degli abitanti della frazione”

“Nel rispetto delle prerogative di amministrazione e assessorato competente – che hanno già mostrato grande sensibilità coinvolgendo con vero processo partecipativo la popolazione nel procedimento decisionale – riteniamo che il prossimo passo utile possa essere la convocazione di un Consiglio Comunale che possa anch’esso pronunciarsi sul tema, e dopo il quale possa auspicabilmente partire la progettazione e programmazione di interventi rispetto a una questione che, a prescindere dal progetto di argine, deve comunque rimanere centrale con la messa in campo di una serie di soluzioni e sinergie alternative a quello che è stato giustamente definito un ecomostro”.