Todi, le richieste delle imprese del terziario alla futura amministrazione comunale

Programmazione commerciale e interventi per il turismo; politiche per il centro storico, che è una risorsa vitale e strategica per l’intera città, e per la fascia urbana immediatamente fuori dalle mura urbiche, ad esempio l’area di Ponte Rio e le tante frazioni, dove operano e vivono moltissimi tuderti e che è stata interessata da una forte espansione tanto economica quanto residenziale; lotta all’abusivismo e all’illegalità: sono alcuni dei temi di cui si è discusso a Todi, nel corso dell’incontro con le imprese organizzato da Confcommercio Umbria in vista del prossimo appuntamento elettorale.

All’incontro hanno preso parte imprenditori del centro storico e delle zone periferiche, di tanti settori del terziario: tutti intenzionati ad approfondire il confronto sulle esigenze del territorio e le sue potenzialità, convinti che, in un momento così difficile, l’economia deve tornare ad essere protagonista del dibattito politico, riprendendo il ruolo che a Todi storicamente ha sempre avuto.

Gli esisti del confronto sono già confluiti in un documento politico – ora in mano delle imprese presenti all’incontro, per una ulteriore condivisione – che sarà consegnato ai candidati a sindaco che prevedibilmente andranno al ballottaggio dopo le elezioni dell’11 giugno.

Il settore trainante in Italia, in Umbria e anche a Todi, si legge nel documento, è oggi il terziario – dal commercio al turismo ai servizi tradizionali e innovativi – che nelle città produce reddito, occupazione, benessere.

Confcommercio chiede pertanto alla futura Amministrazione di Todi di fare un deciso passo in avanti nel senso della consapevolezza e dell’attenzione nei confronti di questo settore.

A cominciare dal modo – incentivante o penalizzante – secondo il quale può essere azionata la leva delle tasse e tributi locali.

Al momento gli imprenditori denunciano, ad esempio, una eccessiva penalizzazione in termini di TARI per le attività del terziario. 

Confcommercio chiede quindi di rivedere le aliquote in base all’effettiva “produzione” di rifiuti. Troppo pesante anche l’IMU, per la quale occorre prevedere un’aliquota agevolata per i commercianti con superficie di vendita fino a 100 mq, come già deliberato da altri Comuni, e di ridurre l’IMU per le strutture ricettive alberghiere che sono soggette all’aliquota massima (10,6xmille). Ciò ha determinato aumenti dell’80% rispetto alla vecchia ICI.

Gli alberghi a Todi pagano mediamente 30 mila euro annui.

E’ insostenibile, secondo Confcommercio, il peso dell’imposta per le imprese che utilizzano l’immobile esclusivamente per fini strumentali all’attività.

Tanti altri i temi già affrontati dagli imprenditori di Todi, e sui quali si intensificherà il confronto nei prossimi mesi.