Intervista con Andrea Nulli candidato di Casapound a Sindaco di Todi

 

Abbiamo individuato alcuni argomenti primari per la nostra comunità, e come già avvenuto per altri candidati abbiamo sottoposto due domande anche ad Andrea Nulli.

 

1Il problema della sicurezza sta diventando uno degli argomenti di grossa rilevanza nel corso di questa competizione elettorale     per il rinnovo del consiglio comunale. Quali sono le sue  indicazioni e le sue considerazioni  in merito ?
“La questione sicurezza, soprattutto nella periferia del nostro territorio oltre che nel centro, si fa sempre più sentire anche in quella che fu presa come modello di “città più vivibile”. Sarà imprescindibile, anche in considerazione dei poteri di ordine pubblico affidati al Sindaco, convocare immediatamente un tavolo di discussione sulla sicurezza con le forze dell’ordine per l’individuazione e la concertazione di efficace intervento sulle questioni più sentite: furti, spaccio, microcriminalità in genere. Si tratta di un tema sul quale non si può lasciar correre, perché assolutamente non compatibile con le caratteristiche e il modello di città che Todi dovrebbe avere: importare dalle grandi città il peggio senza averne i vantaggi non è certo una cosa che un’amministrazione sana della città può tollerare.”
2. Si è molto disquisito tempo fa sull’opportunità di realizzare un nuovo centro commerciale a Ponte Rio. Lei è favorevole o  contrario ed eventualmente per quale motivo ?
“Abbiamo una posizione netta e siamo intervenuti in meritoanche con un’azione pubblica – uno striscione per dire no alla variante urbanistica di Ponte Rio che recitava “No alla variante – 4500 mq rubati ai cittadini. Solo chi è palesemente lontano dalla realtà può rimanere convinto della bontà di un simile progetto, un progetto innaturale sia dal punto di vista dell’impatto che avrebbe sulle attività della frazione coinvolta e di quelle limitrofe, sia dal punto di vista della reale 
necessità che si ha di esso. Vorrei ricordare infatti che nel vicino centro commerciale “Il Ponte”, ma non solo, sono presenti locali sfitti per motivi che non stiamo adesso ad elencare; va da se che se la frazione avesse la reale necessità di nuovo spazio commerciale, di sicuro locali sfitti non esisterebbero. Ci sarebbe quindi il concreto rischio di creare due scatoloni giganteschi dei quali solo una parte sarebbe occupata dalla grande distribuzione, lasciando altri locali vuoti da aggiungere alla lista . La questione ‘grande distribuzione’ merita poi a mio giudizio un discorso a parte. Occorre davvero la presenza di ulteriore ‘grande distribuzione’ in una città come Todi? O per meglio dire, occorre davvero in una frazione come Ponte Rio? Perché alla fine di questo si tratta, portare, anzi aggiungere, un qualcosa che in una frazione relativamente piccola creerebbe ulteriore squilibrio tra essa e le attività medio-piccole esistenti, uno squilibrio difficilmente sanabile e potenzialmente ‘mortale’. A mio modo di vedere sarebbe stata più gradita ed utile un’opera di rivalutazione degli spazi inoccupati già presenti, magari con incentivi sugli affitti o per l’apertura di nuove attività. 
Questa ostinata volontà di decentralizzare e voler portare alla chiusura le attività già esistenti invece, proprio non la comprendo, se non dal punto di vista di chi ne avrebbe un tornaconto. Di sicuro non saranno i comuni cittadini ad averne, di tornaconti. “
 3. Il problema della tutela ambientale è oggi quanto mai sentito. Proprio a Todi nel 1976 nacque il primo nucleo regionale dei Gruppi di Ricerca Ecologici ad opera di militanti di destra. Operò per qualche anno con varie iniziative sia di carattere nazionale che locale.  Come pensa allora, qualora fosse eletto Sindaco di Todi di affrontare le tante problematiche che riguardano l’ambiente nel territorio ?
“Anche se non c’ero per motivi anagrafici, mi è stato raccontato dell’esperienza dei GRE. Una storia che dimostra quanto l’interesse dell’ambiente non fosse stato storicamente appannaggio della sola sinistra, anzi. Ci si dovrebbe semmai chiedere perché questa tradizione e questa esperienza sia stata invece disattesa e trascurata più avanti, quando la destra ha avuto potere reale e non ha saputo incidere sulle tante questioni – tra queste quella ambientale – che facevano parte della sua storia e delle sue battaglie. Da questo punto invece, noi di CasaPound a quella tradizione da lei citata abbiamo voluto riallacciarci, con un’associazione ambientalista denominata “La Foresta che Avanza”, presente in tutta Italia e anche in Umbria. A questo mi riaggancio per la risposta: sarebbe utilissimo se il Comune stipulasse delle convenzioni con le associazioni ambientali presenti sul territorio con  duplice ma certamente collegato obiettivo: monitoraggio del territorio e dei problemi connessi in termini ambientali, e seguente intervento tempestivo sulle questioni segnalate. Le convenzioni potrebbero prevedere un rimborso spese che potrebbe aiutare le associazioni nelle loro attività quotidiane, e allo stesso tempo aiutare in modo importante il Comune nella tutela dell’ambiente stesso. Una doppia vittoria, dunque.”