“Dalla Giunta Marini avremmo gradito
soltanto i fatti dinanzi all’eloquente servizio di ieri su Italia 1 sullo
stato di abbandono del patrimonio immobiliare pubblico, realizzato a seguito
dell’emergenza legata al sisma del 1997”. Così i consiglieri regionali
del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari che
aggiungono: “avremmo desiderato una concretezza rispettosa della sofferenza
di migliaia e migliaia di conterranei sfollati. Avremmo voluto una presa di
coscienza autentica e tangibile sulle tante anomalie reiteratamente
denunciate dai residenti”.
“Sin dal 24 agosto – scrivono in una nota i due esponenti pentastellati
-, uno tra gli auspici più ripetuti in Aula, a Perugia, è stato: mettiamo
queste preziose casette di legno immediatamente a disposizione delle
popolazioni colpite. Cosa è accaduto, invece? Da allora si sta procedendo
con non-soluzioni, addirittura velando, finché è stato possibile, le
grandissime difficoltà già all’epoca esistenti con l’impresentabile
pretesto del rilancio turistico, pur a eventi sismici in corso”.
Per Liberati e Carbonari, “dopo il catastrofico terremoto del 30 ottobre,
l’organizzazione dell’emergenza, già in crisi, è completamente saltata:
lo abbiamo verificato sul campo anche ieri. Coloro che sono rimasti si stanno
arrangiando come possono. La Protezione Civile regionale è infatti allo
stremo e i volontari non bastano, nonostante il servizio venga erogato per
una comunità locale oggi molto ‘piccola’, giacché ampiamente svuotata di
centinaia e centinaia di famiglie, riallocate anche molto lontano, con enormi
problemi per la continuità operativa delle imprese e dei servizi pubblici. I
lavoratori sono infatti costretti a un estenuante, quotidiano, pericoloso
pendolarismo: altro che ‘si sta meglio in hotel!’ Certe affermazioni sono
fuori dalla realtà”.
“La tragedia è grande – rimarcano i due consiglieri regionali del
Movimento 5 Stelle -, ma a maggior ragione adesso occorrono umiltà e memoria
storica. Con l’aiuto cruciale dell’Esercito, che venne mobilitato in forze,
nel 1979 le tende giunsero in pochissime ore e i container poco dopo, pure
nelle frazioni e addirittura anche tramite gli elicotteri, visto che allora,
come oggi, le strade erano quasi tutti interdette e pressoché non
transitabili per i Tir: le comunità, dunque, possono e devono restare in
loco o nelle vicinanze, senza sradicamenti e senza altri traumi. Bisogna
soltanto che la politica lo voglia e organizzi il dispositivo tecnico
necessario. Come e meglio di 40 anni fa”.
“Dal Governo e dalla Regione – aggiungono Liberati e Carbonari – i
cittadini tutti attendono aiuti concreti in favore delle popolazioni
terremotate. La pazienza sta finendo e sterili polemiche contro i giornalisti
non portano da alcuna feconda parte”.
“Rivolgiamo infine un pensiero carico di sentimento a tutte le persone
colpite. E il nostro ‘grazie’ – concludono – sarà sempre troppo poco per
coloro, per i tanti, che, in totale silenzio e spesso sopra le forze, stanno
continuando a prestare da oltre due mesi il proprio rilevantissimo contributo
in favore dei nostri fratelli più sfortunati”.