Il maestro Romano Notari con Philippe Daverio e Padre Enzo Fortunato, portavoce del Sacro Convento di Assisi

 

ListenerÈ entrato nel mondo del pittore Romano Notari e lo ha raccontato con gli occhi dello storico dell’arte.  Philippe Daverio è stato, infatti, ospite del pittore umbro nella sua casa d’arte a Campello sul Clitunno per l’evento ‘L’arte dello spirito e del cibo’. Un ‘cosmo arancione’ quello che Notari è riuscito a creare secondo il professore che ha individuato in questo il tratto distintivo dell’opera dell’artista. “Questo colore, che è contemporaneamente solare, allegro e vitale – ha spiegato Daverio –, in lui diventa una sorta di ossessione e infatti Notari non va visto nel singolo quadro. Nella sua casa museo tutto è arancione, mobili, pavimenti, pareti, stipiti e finestre. Lui ha creato un cosmo arancione. In questo segno dell’arancione sta la sua storia e molto più di quanto non stia nella narrazione vera e propria, che poi è fatta da una passione folle per essere ancora pittore oggi che è quasi ‘vietato’ dipingere, sembra una cosa un po’ per vecchi, antiquati italiani inadeguati alle mode. Invece lui lo fa con convinzione inventando un mondo completo che va dalla sedia alla cornice al colore dei suoi pantaloni”. “La natura – ha commentato Notari – ha questa solarità che quindi è divina e coinvolge tutto l’essere e non solo i quadri. Ho fatto diventare la mia casa nella sua interezza, con le sue sale, i suoi ambienti, un’opera unica. Una grande opera mia che ho sentito, ho trasportato nel tempo, l’ho consumata e vive e rimane ed è eterna”. “Nel giudizio che io esprimo – ha proseguito Daverio –, non essendo un critico d’arte ma un’analista storico, mi interessa molto scoprire che questa sua passione per l’arancione è contemporanea ai primi dischi dei Beatles. Lui è in quegli anni esattamente in sintonia con Yellow Submarine. Allora, essere in sintonia con i Beatles nel momento giusto vuol dire aver capito il mondo nel quale si vive. Gli ho fatto vedere delle altre sintonie di cui lui non poteva essere e a conoscenza, per esempio con lo stimatissimo Bernard  Parthonnaud, uno dei più grandi designer degli anni ’60, quello che sdoganò il colore arancione e le forme curve nei suoi sistemi di arredamento integrali”. “Nella ‘tribù’ d’Occidente – ha concluso Daverio –, questa passione per l’arancione venne come momento di riscatto dopo il grigio postbellico. Si esce da un mondo monocromatico ed esplode questa solarità giallo-arancione”.

Nel corso dell’incontro è stato anche donato al Sacro convento di Assisi un’opera del maestro Notari consegnata a padre Enzo Fortunato. “Esprimo – ha dichiarato padre Fortunato – la gratitudine di tutta la comunità francescana. Non ero a conoscenza del fatto che quest’opera sia stata la copertina del pellegrinaggio dell’Umbria a san Francesco. Pellegrinaggio che avviene ogni venti anni perché ogni anno è protagonista una regione diversa. I vescovi umbri hanno scelto quest’opera per accompagnare l’intero anno. Quindi significa vivere un duplice momento, il ricordo della gratitudine dell’Umbria a san Francesco e quello dell’affetto delle persone a Francesco d’Assisi”. L’evento è poi proseguito all’Antico casale Urbani, a Scheggino, con una cena a base di prodotti a chilometro zero e slow food scelti lasciandosi ispirare dai colori che predominano nella pittura di Notari, non solo arancione e giallo ma anche rosso, marrone e viola. Ancora l’arte protagonista, in questo caso anche in cucina grazie al lavoro dello chef. Nell’antica dimora, inoltre, sono state esposte otto opere del maestro Notari che i partecipanti, insieme al professor Daverio, hanno potuto ammirare.