RUGGIANO E LA SUA MAGGIORANZA VOTA IL SECONDO NO AL NO ALL’INCENERITORE A TODI
Ancora una volta su iniziativa dell’opposizione, all’ultimo Consiglio Comunale di Todi si è discusso sul tema della possibile costruzione dell’inceneritore dell’Umbria a Todi.
Il consiglio comunale del 23 novembre scorso era già servito per far riconoscere a Ruggiano che il territorio del Comune di Todi è tra quelli individuati dalla Regione come idonei a realizzare l’inceneritore. Sindaco e maggioranza, in quella seduta, hanno dichiarato che condividono il Piano di gestione integrata dei rifiuti della regione, che prevede anche l’inceneritore e hanno votatono alla proposta di dire no all’inceneritorea Todi. Dopodiché Ruggiano ha cominciato una campagna di comunicazione nel tentativo di cambiare la realtà: ha ripreso le dirette Facebook, (come se ci fosse la pandemia!) e ha cominciato a organizzare assemblee pubbliche nelle frazioni interessate alla realizzazione dell’impianto. Durante queste esternazioni una volta racconta che in realtà il territorio della MVT non è area idonea alla costruzione; un’altra volta dice che sì, in effetti, è idoneo il nostro territorio, ma comunque l’inceneritore non si farà, poi afferma che è un peccato perché è una grossa occasione che la città perde. Il tutto condito da attacchi aperti all’opposizione e ai cittadini che osano costituire comitati diffondendo falsità. Lui, povero! Sentendosi nell’angolo, insulta: bugiardi, terroristi, incapaci di fare i conti, incompetenti, tuona!
Sindaco e maggioranza hanno avuto l’occasione di mettere uno stop tecnico alla realizzazione dell’inceneritore a Todi, l’ordine del giorno dei gruppi di opposizione proponeva una modifica delle Norme Tecniche Attuative del PRG, per aumentare le distanze degli impianti insalubri di prima classe (l’inceneritore è di questo tipo) dai centri abitati da 500 a 1500 metri.Questo per rendereinidoneo il territorio del Comune di Todi alla realizzazione dell’impianto di incenerimento dell’Umbria. Era una proposta tecnica, che non obbligava ad esprimere contrarietà al piano regionale dei rifiuti, ma che semplicemente avrebbe consentito di porre un impedimento concreto alla costruzione dell’inceneritore a Todi. Nessuno della maggioranza è intervenuto nella discussione seguita all’esposizione dell’ordine del giorno, il Sindaco ha ricominciato con gli insulti. Nella foga dell’assalto gli è scappata una castroneria: “volete realizzare quel tipo di impianto in zona agricola” ha accusato. Se ne deduce che quindi l’inceneritore si farà comunque e che se si ponessero i limiti alle distanze si dovrebbe costruire in zona agricola. Sindaco e maggioranza hanno votato contro.
Questa la cronaca di una seduta di Consiglio in cui Sindaco e maggioranza hanno definitivamente gettato la maschera: loro l’inceneritore a Todi e in Umbria lo vogliono, noi pensiamo sia una scelta obsoleta, che contraddice le politiche di transizione ecologica verso la sostenibilità ambientale. Quello che Todi e l’Umbria vantano in termini di raccolta differenziata dei rifiuti rispettivamente 77% e il 68%, ottenuto con sacrifici e pesanti costi a carico dei cittadini (a Todi l’applicazione della TARI puntuale ha comportato l’aumento dei costi di gestione e quindi della tariffa da 3,078 milioni del 2017 a 3,800 milioni nel 2023) sarebbe vanificato dalla realizzazione di un impianto che ipoteca il futuro della regione per i prossimi 25/30 anni. La UE dal 2020 considera gli inceneritori una scelta residuale per la gestione dei rifiuti e non li finanzia più, considerando l’economia circolare, in cui si privilegiano riciclo e riuso dei materiali di scarto, il futuro. Perché il cuore verde dell’Italia dovrebbe scegliere il fumo nero della ciminiera di un inceneritore per costruire il suo futuro? Quali interessi stanno garantendo Tesei e Ruggiano? Certo non quelli di Todi!