Dopo i mesi di lockdown, l’esposizione permanente di grandi sculture dell’artista statunitense collocate nel Parco della Rocca della città umbra è di nuovo fruibile al pubblico. Un perfetto esempio di arte che dialoga con paesaggio e contesto urbano. Da poter godere senza problemi anche in tempi di distanziamento fisico
Ferro, acciaio corten, inox, pietra. Sedici grandi sculture distribuite in due ettari. L’ideale per coniugare arte, cultura e nuove regole sul distanziamento fisico. Il Parco di Beverly Pepper è qualcosa di unico nel suo genere in Italia: un’immensa area verde, incastonata nel centro storico del borgo umbro di Todi, nella quale è stato costruito un percorso artistico-naturalistico, che permette ai visitatori di godere dell’interazione fra genio creativo, contesto urbano e panorami sul paesaggio circostante.
Il parco di sculture era stato inaugurato nell’autunno scorso ma ben presto l’emergenza coronavirus ne aveva imposto la chiusura. Ora riapre le porte al pubblico per quella che è a tutti gli effetti una rinascita. E le preoccupazioni che il rischio contagio impongono ai musei classici, in questo caso sono quasi inesistenti. “Una prova indiretta della lungimiranza di voler creare strumenti di fruizione artistica a cielo aperto” commenta Michele Ciribifera, presidente della Fondazione progetti Beverly Pepper “È quasi profetica la creazione di questo luogo che permette di immergersi nell’arte anche in questi momenti così particolari e delicati. Siamo certi che i cittadini di Todi e i turisti lo godranno con ancora più passione e consapevolezza, dopo le dure settimane che abbiamo lasciato alle spalle”.
A ideare il Parco era stata la celebre artista statunitense, scomparsa il 5 febbraio scorso all’età di 97 anni. Dal 1972 Beverly Pepper aveva fatto di Todi la sua seconda patria, sede di vita e lavoro. Per questo ha voluto donare alla cittadinanza alcune delle sue opere. Lei personalmente ha costruito il percorso di visita e deciso dove collocare le sculture, dopo uno studio approfondito sulle visuali e sulla situazione orografica, fedele al concetto base della ricerca dell’artista: il rapporto tra opera d’arte e luogo di fruizione.
Un dono alla cittadinanza peraltro fruibile da tutti. Il parco infatti è ad accesso gratuito. È prevista una serie di visite guidate per scoprire i segreti del parco e dell’attività creativa dell’artista. Il programma partirà domenica 21 giugno, nell’ambito della Festa della Musica di Todi, con una visita guidata mattutina e una performance di Opera Lirica per soprano e basso dove lo scenario sarà la scultura “Exodus” in acciaio inox. Si prosegue il 27 e il 28 giugno con un weekend di visite guidate gratuite “All’Arte Aperta”, una passeggiata panoramica tra natura, arte ambientale e scorci di medioevo in totale relax.
“Le visite – spiega Elisa Veschini, vicepresidente della Fondazione – verranno effettuate in piccoli gruppi sia per permettere la migliore fruizione delle opere e godere della loro interazione con il panorama circostante, sia per garantire il rispetto delle regole previste per la Fase 3 post emergenza coronavirus”. Inoltre, per il mese di settembre, la Fondazione e il Comune di Todi hanno in serbo grandi sorprese, che vedranno celebrare l’artista statunitense attraverso le sue opere di Land Art, dislocate su territorio nazionale, in un dialogo tra le sculture monumentali e le arti performative, incluse ovviamente quelle del Parco di Todi.
La grande area verde nella quale si sviluppa il parco congiunge due importanti punti della città: il Tempio rinascimentale di Santa Maria della Consolazione e la chiesa di S.Fortunato, passando per la Rocca, punto più elevato del centro storico di Todi. Tra le opere esposte, alcune di quelle che più hanno contribuito a fare di Beverly Pepper una delle scultrici contemporanee più note in tutto il mondo. Come le due San Martino Altars (1993) e la riedizione delle Todi Columns, quattro sculture monumentali alte dagli 8 ai 12 metri, che nel 1979 erano state collocate al centro della tuderte Piazza del Popolo. La notizia aveva fatto il giro del mondo, tanto da essere poi esposte a Washington durante la conferenza internazionale di scultura (1980), al Brooklyn Museum of Art di New York nel 1987 e poi di nuovo in Italia alla Biennale di Venezia nel 1996 e a Firenze nel 1999. Nel parco trova posto anche una serie di panchine scultoree disegnate dalla stessa artista: lunette in pietra serena, collocate in punti di sosta precisi (i più panoramici). Un modo per rendere attivo il ruolo dei visitatori e di metterli in relazione con l’ambiente circostante.
“Le opere esposte in modo permanente nel Parco di Todi, prese nel loro insieme, offrono una panoramica dello sviluppo stilistico che solo pochi giardini e parchi dedicati alle sculture di un unico artista possono dare” spiega Joseph Antenucci Becherer, docente di Storia dell’Arte dell’università di Notre Dame e uno dei massimi esperti di giardini dedicati a singoli artisti. “La collezione e il parco danno il loro contributo a tutta quella serie di luoghi d’incontro esclusivi all’aperto, come quelli dedicati a Henry Moore e Barbara Hepworth in Inghilterra o a Isanu Noguchi in California, che consentono di riflettere in maniera profonda sugli scultori che lavorando negli spazi all’aria aperta. La donazione, questa collezione e il parco sono a dir poco storici. Essi arricchiscono l’Umbria con la presenza permanente dell’artista, ma, fatto ancora più importante, offrono al mondo un ambiente idilliaco, per apprezzare pienamente il percorso artistico di uno dei più intensi scultori dell’arte contemporanea. Dal punto di vista culturale, si tratta di un dono trasformazionale per la città e la regione intera. E il regalo di Beverly Pepper diventa, a sua volta, il dono di Todi al mondo”.