“LA TORRE DEI PRIORI ED IL NUOVO POLO MUSEALE DEL PALAZZO DEI PRIORI INAUGURATI ED APERTI AL PUBBLICO SENZA CERTIFICATO ANTINCENDIO E SENZA DOTAZIONI DI SICUREZZA.
QUESTO E’ L’UNICO E VERO MOTIVO DELLA CHIUSURA, DOPO POCHI GIORNI, DELLA STRUTTURA.
MA ALLORA IL 25 APRILE 1982 NON CI HA INSEGNATO NULLA? “, apre così il comunicato stampa Fabio Catterini
La Torre del Palazzo dei Priori ed il nuovo polo museale di Todi sono stati aperti al pubblico il 26 luglio, prima dell’inoltro dell’istanza per il rilascio del Certificato Prevenzione Incendi e prima che fossero completate le dotazioni di sicurezza.
Questo è l’unico e vero motivo della chiusura, dopo pochi giorni, della struttura.
Alla data di inaugurazione ancora non era stata protocollata la richiesta del Certificato di Prevenzione Incendi; quando sono state installate le luci di emergenza e gli estintori?
Luglio 2024, giorno 26: grande festa a Todi per l’inaugurazione della Torre del Palazzo dei Priori, ristrutturata e adibita a polo museale.
Nelle settimane precedenti l’Amministrazione pubblica il programma dell’inaugurazione ed annuncia gli orari di visita, comprese aperture serali fino a tarda notte per consentire a tutti di ammirare lo spettacolo dei locali restituiti alla cittadinanza.
Va premesso che l’opera di ristrutturazione è indubbiamente pregevole, meritoria, ed aggiunge un gioiello alla corona delle bellezze tuderti.
Un gioiello solamente architettonico, perché del museo non vi è traccia, ma questa è un’altra storia.
Qualcosa però non è andato per il verso giusto; torre e museo, dopo pochi giorni, sono stati chiusi al pubblico.
Nulla di ufficiale o ufficializzato, ossia nessuno ha avvertito della chiusura né del motivo; semplicemente la struttura è rimasta chiusa, con conseguente coda di tuderti e di turisti che si avventuravano giornalmente sulle scale della ex Pretura, il Palazzo dei Priori, certi di poter ammirare l’opera.
Se ne sono accorte anche alcune testate locali, che dalle proprie pagine hanno chiesto spiegazioni.
Ma niente; nulla è trapelato.
Ai turisti che, locandine alla mano, chiedevano di poter ammirare la Torre, l’ufficio turistico si limitava a comunicare la chiusura, senza dare altre spiegazioni.
Al sottoscritto è stato riferito che la Torre era chiusa in attesa della firma della convenzione con la cooperativa che avrebbe dovuto gestire gli ingressi.
Il fatto, la verità nuda e cruda, è che l’inaugurazione e l’apertura al pubblico della Torre sono avvenuti senza che i lavori fossero finiti.
In particolare, la Torre è stata aperta non solo prima dell’avvio della pratiche sulla sicurezza e delle verifiche da parte dei Vigili del Fuoco ma, sembrerebbe, prima ancora che venissero completati i lavori di installazione dei dispositivi di sicurezza, ossia luci di emergenza, cartelli per le vie di fuga, estintori etc.
L’evoluzione della vicenda, ossia la pubblicizzazione in pompa magna degli orari di visita seguita, dopo pochi giorni, dalla chiusura, fa supporre che nessuno si fosse reso conto di questo fatto.
Forse se ne è resa conto la cooperativa che avrebbe dovuto prendere in carico la Torre, che difatti non è andata avanti.
Se così non fosse, dovremmo pensare che i responsabili e l’amministrazione abbiano ritenuto di aprire gli spazi museali nonostante tutto.
Ambedue le ipotesi sono gravi, in quanto non solo denotano noncuranza, ma anche perché tutto questo è avvenuto a Todi, la città del rogo del Vignola.
La circostanza che nessuno si sia preoccupato di dotare tempestivamente la nuova struttura con gli apparati minimi per poter essere considerata sicura, checché ne dicano i diretti interessati -gli amministratori, inauguratori seriali- lascia perplessi, oserei dire è sconfortante, perché significa che non abbiamo imparato niente dal passato.
Il ricordo e la memoria della storia dovrebbero servire a non commettere due volte gli stessi errori; se così non è, allora è inutile, ogni 25 aprile, continuare a commemorare eventi tragici che, evidentemente, non ci hanno insegnato nulla.
In una città come Todi, per ciò che è indelebilmente fissato nella memoria di tutti, la sicurezza dei luoghi pubblici, di un museo, di una sala espositiva, dovrebbe essere la prima preoccupazione, soprattutto quando si commissionano opere così importanti.
Sarebbe stato meglio che nel capitolato si fosse risparmiato su qualche rifinitura, invece di lesinare sulle opere per la sicurezza.
La domanda è? Erano previsti o sono stati installati rilevatori di fumo, servizi automatici di antincendio o simili?
Sembrerebbe di no. O meglio, sembrerebbe previsto il minimo per ottenere il certificato antincendio (se è stato rilasciato, perché sino a qualche giorno fa ancora non c’era ed al giorno della inaugurazione non era stata nemmeno protocollata la richiesta!), ossia porte REI, pannelli REI alle pareti, cinque estintori (a proposito: a luglio erano stati installati? Le luci di emergenza pare le abbiamo montate tra il 19 ed il 21 agosto!).
Questo è quanto.
In questi giorni il Comune ha pubblicato la notizia della riapertura; evidentemente ha finito di montare le dotazioni mancanti e ha adeguato la struttura, o almeno così si spera.
I tuderti hanno il diritto di sapere come sono andate le cose; gli amministratori sono invitati a farsi coraggio e dire la verità.
Sarebbe veramente confortante (per i tuderti) che qualcuno, carte alla mano, fosse in grado di smentirmi. Il sottoscritto, in tal caso, come cittadino, sarebbe sinceramente felice, quindi pronto, a presentare le più umili scuse.