Comunità teraputica per soggetti autistici. Che fine ha fatto ? Nei prossimi giorni verificheremo di persona ulteriori sviluppi.

Circostanziata lettera pervenuta a todinforma.it che pubblichiamo integralmente.

L’anno scorso una società, dopo aver affittato a seguito di gara pubblica un complesso immobiliare dall’Istituto Agrario in località Santa Maria del Porto, ha tentato di aprire una comunità terapeutica per soggetti autistici con 14 posti, un progetto che nel momento in cui è stato reso noto ha registrato un grande interesse da parte di numerose famiglie del territorio e di molti giovani qualificati in cerca di occupazione. Purtroppo alla fine non è stato possibile e la società ha rinunciato a fare l’investimento, sia per la successiva assenza di qualsiasi risposta da parte della nuova dirigente della scuola agraria che per una serie di problemi evidenziati da parte del Comune di Todi e della Regione Umbria, poiché i fabbricati si trovavano in zona esondabile in quanto collocati a poche centinaia di metri dal Tevere. Alla società veniva chiesto di realizzare delle opere di messa in sicurezza, tipo un argine di quasi due metri, e altre misure di emergenza nel caso di allagamento dell’area.

“Adesso si scopre, così è scritto nella lunga lettera pervenutaci giorni or sono, che da qualche giorno, proprio mentre ovunque si parla dei danni e delle morti per alluvione vicino a noi, quegli stessi fabbricati ospitano a dormire stabilmente degli studenti della scuola. Non sono più in zona esondabile forse???? I rischi di allagamento sono scomparsi come per miracolo? No, proprio no. E non è possibile che dei ragazzi minorenni vengano considerati di notte meno in pericolo di soggetti autistici, privi di limitazioni fisiche di mobilità ed assistiti in qualsiasi ora da un alto numero di persone specializzate! Comune e Regione devono spiegare questa differenza di trattamento che riguarda anche un altro aspetto altrettanto grave. Nel caso dell’insediamento della società era stato fatto notare che la struttura si sarebbe dovuta allacciare prima alla vicina rete fognaria, mentre adesso non risulta che prima di ospitare sia stato fatto alcun lavoro di questo tipo e quindi gli scarichi vanno in dispersione in un’area che era ed è rimasta esondabile e pure protetta visto che è compresa nel parco del Tevere!!!!! Il Comune, la Regione, la Asl, la Polizia ambientale che dicono? Anche la “cacca” dei soggetti autistici è forse diversa da quella dei ragazzini??? In attesa di chiarimenti, la cosa che più preme per ora, visto che nelle lettere degli enti si è scritto di rischio di esondazione tra 1,85 metri e 2,41 metri, è che si elimini subito il pericolo per evitare la perdita di vite come avvenuto nelle Marche. O  costruendo degli argini di due metri come richiesto alla cooperativa, oppure rendendo quegli immobili inagibili fino alla loro messa in sicurezza. “