“LA PARABOLA DISCENDENTE DI UN SINDACO SEMPRE PIÙ DOTTOR JEKYLL E MISTER HYDE “
Abbiamo subito plaudito, ieri mattina, alle dichiarazioni rilasciate dal sindaco Ruggiano al “Corriere dell’Umbria” sulla manifestazione negazionista di domenica. Citiamo testualmente le sue parole: “io non approverò mai una manifestazione di questo tipo e darò disposizione ai vigili urbani e allertando anche i carabinieri affinché vengano rispettate le disposizioni in proposito: cioè rispetto del distanziamento e mascherina”. In prima pagina era presente, addirittura, questo virgolettato: “NON LO PERMETTERÒ”.
Peccato però che, sempre nella mattina di ieri, il sindaco abbia innescato una pericolosa retromarcia e, con un comunicato alluvionale basato sull’articolo 21 della Costituzione, abbia ritrattato sostanzialmente quanto dichiarato poche ore prima. Un classico “facite ammuina” che disorienta i cittadini tuderti ed umbri, sconcertati dal fatto che Todi sia ormai divenuta il palcoscenico preferito di ogni forma di estremismo strampalato.
Cerchiamo, comunque, di fare un po’ d’ordine. Ricordiamo al sindaco che nessuno di noi ha chiesto che si impedisca la manifestazione. Abbiamo chiesto, invece, che utilizzi la sua autorità per disporre che la manifestazione si svolga in un luogo diverso dal centro storico, immagine identitaria di Todi, per impedire un danno di immagine alla città.
Pensiamo, quindi, che l’enfasi libertaria del sindaco nasconda qualcosa. Non è possibile, infatti, che una manifestazione autorizzata dalla questura non sia stata preventivamente comunicata al sindaco o all’amministrazione. È da ritenere dunque plausibile l’ipotesi che gli organizzatori abbiano avuto l’assenso anche del Comune. La scelta di un altro luogo, come noi chiediamo, consentirebbe anche un miglior controllo, da parte delle forze dell’ordine, del rispetto della stringente normativa di sicurezza prevista in tempi di pandemia.
Lei, sindaco, dice di essere un “liberale autentico” e si sente autorizzato a farci una lezioncina sull’articolo 21 della Costituzione. Non è che però basta essere liberisti per professarsi liberali: si rilegga Benedetto Croce, sennò anche Pinochet potrebbe essere considerato un liberale doc. Il liberalismo è una filosofia politica un po’ più complessa del “faccio quello che voglio io”: quella è “la Casa delle Libertà” di Corrado Guzzanti, che descrive alla perfezione la sua maggioranza.
Vorremmo parlare, poi, di come i membri della sua amministrazione lisciano il pelo al mondo no vax. Sono agli atti, infatti, i like messi da un suo assessore, segnatamente Ranchicchio, ai deliranti post della nostra concittadina medico, promotrice della manifestazione di domenica. L’ultima folle esternazione gradita dall’assessore alla cultura recita così: “IL COVID SI CURA A DOMICILIO….VE LO GARANTISCO”. No, il Covid, purtroppo, spesso e volentieri non si cura a domicilio. I nostri concittadini morti tra terapie intensive e rianimazioni, senza nemmeno aver potuto abbracciare i loro cari, stanno lì a testimoniarlo. Ma questa è un’altra storia su cui torneremo presto.