Le nuove misure restrittive adottate dai governi nazionale e regionale, unitamente al calo della liquidità delle famiglie e della loro propensione al consumo nella preoccupazione e nell’incertezza per la pandemia, hanno bloccato la ripresina registrata ai primi di ottobre in certi settori, che era riuscita peraltro solo ad attenuare il vuoto generato nel secondo e terzo trimestre: -45,2% e -14,5%, ad esempio, nel settore abbigliamento e calzature. Con un -37,3% a luglio e appena un +1,1% a settembre.
Per questo motivo, Confcommercio Umbria si è nuovamente rivolta ai parlamentari umbri perché sostengano, nelle sedi opportune, la richiesta di nuove misure a favore delle piccole imprese in questo momento così difficile: contributi a fondo perduto accompagnati a una nuova moratoria fiscale e contributiva.
“C’è in gioco la tenuta stessa del nostro tessuto socio economico – avverte il presidente di Confcommercio Umbria Giorgio Mencaroni. La situazione di molte delle nostre imprese è oggi difficilissima.
Mi riferisco, in particolare, al commercio non alimentare, che in gran parte sta soffrendo per la generale crisi di liquidità delle famiglie; al settore della ristorazione, nuovamente al centro dei provvedimenti restrittivi del governo; alla filiera dello spettacolo, non solo gli artisti ma anche tutti gli operatori dei servizi collegati: fonici, service audio e video, fornitori ed installatori di palchi e strutture, pirotecnici, ecc.; a tutto il comparto dell’organizzazione di fiere ed eventi in genere, prostrato dai vincoli imposti; al settore della convegnistica che è stato inspiegabilmente stoppato malgrado non esponga a rischi i partecipanti rispettando sempre i protocolli previsti e rappresentando tanto per la nostra economia; alla formazione professionale, la cui operatività è stata nuovamente limitata; e, ovviamente, al settore turistico nel suo complesso – alberghi, campeggi, agenzie viaggio, guide – che non vede prospettive a breve, visti gli andamenti epidemiologici globali.
Le misure di ristoro fin qui approntate – aggiunge il presidente di Confcommercio Umbria – sono state necessarie ma non sufficienti e l’accesso alle stesse non è stato garantito a tutte le imprese: basti pensare a quanto avvenuto sul fronte del credito.
Il livello di sofferenza economico-finanziaria raggiunto è altissimo, con il concreto profilarsi di una chiusura in massa e la contestuale perdita di un considerevole numero di posti di lavoro con tutte le conseguenze sociali che questo comporta. L’ipotesi poi di un secondo lockdown è talmente nefasta che anche gli economisti più esperti si astengono dal pronunciarsi sulle conseguenze che potrebbe avere sull’economia reale e sulla nostra società.
Per tutti questi motivi – conclude il presidente Mencaroni – abbiamo chiesto ai parlamentari umbri di sostenere nelle sedi opportune una misura di ristoro sotto forma di contributo a fondo perduto in favore di tutti gli operatori che si trovino in condizioni critiche, che si accompagni ad una nuova moratoria fiscale e tributaria. Ci aspettiamo che accolgano il nostro appello”.