La crisi di personale e non solo che stava portando alla chiusura “provvisoria” del punto nascita ha di nuovo focalizzato la situazione di precarietà dell’ospedale della Media Valle. A nostro parere questa crisi è una conseguenza della mancata programmazione regionale e della totale assenza di investimenti mirati alla salvaguardia della sanità pubblica.
Il punto nascita è clamorosamente sottoutilizzato, nonostante l’alta qualità delle prestazioni, in relazione alla totale mancanza di una copertura di postazioni di rianimazione, neonatale e non solo, che garantisca la sicurezza di gestanti e nascituri in caso di complicazioni nella fase di parto. Una carenza che penalizza anche gli altri reparti, assai qualificati, dello stesso ospedale come, ad esempio, la Gastroenterologia.
Anche la chirurgia avrebbe bisogno di specializzarsi in interventi mirati e programmati e creare una equipe stabile e valorizzata in maniera da attrarre utenza anche da fuori distretto e fuori regione.
La Regione avrebbe il dovere di programmare ed investire nel rafforzamento e nel consolidamento dell’ospedale della Media Valle invece di attendere nell’inerzia la sua lenta smobilitazione, a cui corrisponde il continuo proliferare di studi e cliniche private su tutto il territorio regionale, avvantaggiate dal progressivo smantellamento della sanità pubblica.
Investire significa assumere personale qualificato invece di costringere il personale sanitario a continui straordinari e turni supplementari. Programmare significa differenziare l’offerta su base regionale evitando che gli ospedali territoriali diventino inutili doppioni e che i cittadini siano costretti ad intasare i già carichi poli ospedalieri di Perugia e Terni.
Come comunisti ci opponiamo con forza a questo processo, che rappresenta a tutti gli effetti una privatizzazione strisciante e che andrà inevitabilmente a colpire un diritto fondamentale degli umbri: il diritto a una sanità gratuita e di qualità.
Partito Comunista – Media Valle del Tevere