Una leggera riduzione degli incidenti stradali a cui però non è corrisposta un’altrettanta diminuzione di vittime della strada. In Umbria nel 2017 il numero dei morti dovuti a incidenti è, anzi, aumentato del 37,1 per cento rispetto all’anno precedente. È questo il dato principale, più in controtendenza rispetto alla situazione nazionale, che emerge dal focus dell’Istat ‘Incidenti stradali in Umbria – Anno 2017’ presentato a Perugia martedì 4 dicembre da Sabrina Angiona dell’Ufficio territoriale Istat per l’Emilia-Romagna, la Toscana e l’Umbria. Alla conferenza stampa convocata dall’Automobile club Perugia sono intervenuti il presidente dell’ente Ruggero Campi, Antonio Morra, comandante del Reparto operativo dei Carabinieri di Perugia, Urbano Marrese, comandante del Nucleo operativo radiomobile dei Carabinieri di Perugia, Maria Antonietta Vinti, vicequestore di Perugia, Luciano Bacchetta, presidente della Provincia di Perugia, Giuseppe Chianella, assessore alla sicurezza stradale della Regione Umbria, e Cristiana Casaioli, assessore alla mobilità del Comune di Perugia.
Il report dell’Istat parla chiaro: nel 2017 si sono verificati in Umbria 2.361 incidenti stradali che hanno causato la morte di 48 persone e il ferimento di altre 3.258. Rispetto al 2016, diminuiscono quindi sia gli incidenti (-0,9%) che i feriti (-2,4%); il numero di vittime subisce invece un drastico aumento (nel 2016 erano state 35) con una percentuale nettamente superiore al dato nazionale (+2,9%). Il tutto per un costo sociale complessivo che si aggira sui 300 milioni di euro. Nella sola provincia di Perugia, invece, i sinistri registrati sono stati 1.692 con conseguenti 35 decessi e 2.354 feriti.
“La causa principale degli incidenti stradali – ha spiegato Campi – è la distrazione al volante, dovuta in primo luogo all’uso scorretto del telefono. Un grave problema che si può risolvere nel breve periodo grazie alla tecnologia, permettendo al telefono di funzionare all’interno dell’automobile solo con il vivavoce e bloccando invece la lettura di messaggi, email e dei social network. La formazione della coscienza delle persone è, invece, un risultato che si consegue nel lungo periodo con campagne di sensibilizzazione e attività di educazione civica che partono dai bambini e che noi sosteniamo anche mettendo a disposizione l’Autodromo dell’Umbria e il suo centro didattico sulla sicurezza stradale”.
Se la distrazione è la prima causa di incidenti, è però l’alta velocità il motivo principale di incidente con vittime nella regione, come fatto notare dal vicequestore Vinti. Il maggior numero di incidenti (1.553, il 65,8% del totale) si è verificato, infatti, sulle strade urbane, provocando 13 morti (27,1%) e 2.044 feriti (62,7%), ma gli incidenti più gravi avvengono invece in quelle extraurbane (4,4 decessi ogni 100 incidenti) e sulle autostrade (3,5 ogni 100). Non trascurabile, tra le cause di sinistro, anche la mancata manutenzione del veicolo come risulta dagli accertamenti effettuati dai carabinieri e illustrati dal tenente Marrese. Tornando ai dati, oltre l’81 per cento degli incidenti ha luogo tra le 8 e le 20 ma l’indice di mortalità raggiunge i valori più elevati nella fascia oraria tra l’1 e le 2 (15 morti ogni 100 incidenti) e tra le 2 e le 3 di notte (12,5), con valori di molto superiori alla media giornaliera (2). A perdere la vita sono per il 41,6 per cento i cosiddetti utenti vulnerabili, bambini, giovani e anziani. Tra le vittime, l’8,3 per cento sono pedoni, una percentuale in forte calo in Umbria (nel 2010 era il 15,2 per cento) a fronte di un aumento a livello nazionale (da 15,1% a 17,8%).
Il contesto pluriennale, anche alla luce degli obiettivi europei di dimezzamento dei morti per incidenti stradali, si conferma positivo con la notevole riduzione, tra il 2001 e il 2017, di incidenti (-43,5%) e relativi morti (-59%) e feriti (-46,1%). Il tasso di mortalità per incidenti è così passato da 14,2 ogni 100mila abitanti del 2001 a 5,4 ogni 100mila abitanti del 2017. Un trend valido anche per il periodo 2010-2017 dove gli incidenti sono calati del 18,9 per cento, i morti del 39,2 per cento e i feriti del 20 per cento. Il tutto frutto in parte “dell’introduzione massiva, per esempio, dell’Abs e di automobili decisamente più votate alla sicurezza”, come ha rilevato il colonnello Morra, e soprattutto “di una maggiore cultura stradale tra gli automobilisti, in un contesto comunque di costante crescita del parco macchine”, come ha sottolineato il vicequestore Vinti portando l’esempio dell’uso sempre maggiore della cintura di sicurezza.
Altro tema affrontato, quello delle infrastrutture. “Il reperimento delle risorse per la viabilità provinciale – ha dichiarato Bacchetta – è un passo in avanti ma non sufficiente a dare tutte le risposte al problema della sicurezza stradale. Anni e anni nei quali la Provincia è stata lasciata in condizione di semi abbandono hanno determinato ripercussioni serie anche in questo campo. I miracoli non si fanno, ma è stato avviato un piano serio e programmaticamente corretto, relativo a tutto il territorio provinciale, all’interno del quale sono state enucleate alcune priorità, e in base a questo ci muoveremo”. “I problemi legati alla mancata manutenzione stradale – ha ricordato Chianella – hanno origine con il decreto 78 del 2010 che tagliò 48 milioni di euro di risorse per l’Umbria destinati a questo comparto. Di recente ho chiesto personalmente al ministro delle infrastrutture e dei trasporti di spostare parte delle risorse proprio alla manutenzione delle strade, anche per dare un impulso all’economia locale”.