Il Pd di Todi è in salute? Ce lo dice il capogruppo in consiglio comunale, Manuel Valentini:
“I Democratici riescono a incidere per quanto può farlo una forza di opposizione. Molte proposte per la città non vengono accolte o prese in considerazione dalla maggioranza. Del resto, pur avendo perso le elezioni per soli 26 voti, oggi abbiamo 11 sedie del consiglio appannaggio della maggioranza contro 6 dell’opposizione”.
Valentini e i suoi, però, sono tutt’altro che qualcosa da rottamare in città: “Su alcuni argomenti, riusciamo a trovare appoggio, come è il caso dell’Investimento Territoriale Integrato per la Media Valle del Tevere”.
Il Pd tuderte,continua il capogruppo, combatte diverse battaglie all’interno del Consiglio comunale. È insomma un partito che fa opposizione e che si fa sentire: “Dal termovalorizzatore alla riorganizzazione del personale al Comune di Todi, la città sa che noi ci siamo. Così come capisce l’incapacità amministrativa dell’attuale Giunta. La tassa di soggiorno, la variante del centro commerciale di Ponte Rio:provvedimenti su cui sono andati avanti a colpi di maggioranza, cosa che a noi non piace. Ma tant’è: sono sempre più arroccati sulle loro posizioni, chiusi nel palazzo”.
Valentini poi denuncia un aspetto che, a suo modo di dire, non si era verificato dal dopoguerra a oggi a Todi: “Su Ponte Rio abbiamo chiesto un consiglio comunale aperto alla cittadinanza. La nostra richiesta è di nove mesi fa, ma ancora non ce l’hanno concesso. Abbiamo scritto pure al Prefetto di Perugia per questa vessazione, ma dalla maggioranza continuano a non rispondere. Hanno paura ad affrontare la città. Mercoledì scorso abbiamo fatto una manifestazione proprio a Ponte Rio: c’era l’opposizione, c’era il Movimento 5 Stelle, non c’era nessuno della maggioranza”.
Dalla convention della “Leopolda” è nata l’idea dei “comitati di resistenza civile”: a Todi se ne occuperà Manuel Valentini? “Per ora non è nei miei pensieri”. La voglia di riformare il partito c’è, però: “Io sono uno di quelli che si sono resi conto degli sbagli che ha fatto il Pd in questi ultimi anni”. Se si tornasse indietro di due anni,effettivamente, già si potrebbe parlare di errori fatti a livello locale come a Todi, quando la città è stata consegnata al centrodestra: “Se ci sono stati sbagli? Quando si perde, qualcosa che non è andato c’è. Senza contare che nella vita, non solo in politica, tutto si può fare meglio. Detto questo, a Todi le elezioni comunali ci sono state un anno prima delle politiche del 4 marzo 2018, anno del flop del Pd. Noi lo abbiamo anticipato, molti hanno votato Lega perché il trend nazionale già indicava questo. Se a livello italiano la situazione fosse stata diversa, il Pd avrebbe vinto a Todi, anche di 300 voti. So da fonti dirette che molti votanti neanche conoscevano i candidati che poi sono stati eletti. E adesso già si sono pentiti di averlo fatto”.
Quello che è certo,conclude il capogruppo del partito Democratico, è che si potrà e dovrà fare meglio per le prossime tornate elettorali: “Se il centrosinistra farà buona opposizione, combattendo su alcuni provvedimenti, ma anche facendo proposte, se presenterà un buon progetto condiviso, per la città, anche con liste civiche e con le forze che vorranno aderire, sono sicuro che ce la potremo fare”.
Valentini non sembra escludere, chissà, che ci possa essere pure un’alleanza con i pentastellati: “Il livello locale esula da quello nazionale. Già alcune battaglie ci vedono alleati: dal termovalorizzatore alla variante. Chi dice che non si possa parlare di qualcosa in più? Il vero scoglio, dal mio punto di vista, è se i vertici nazionali lasceranno libertà ai candidati locali del Movimento 5 Stelle. Chi ha voluto dialogare anche con altre forze, in altre regioni e città, è dovuto uscire dal Movimento”.
Restano, naturalmente, profonde divergenze tra M5S e Pd, come rimarca Manuel Valentini: “Intanto il M5S non è il nuovo Pd. Su alcuni temi siamo come due parallele che non si incontreranno mai, loro sono proprio in antitesi a un partito riformista come il nostro. Parlo dei vaccini, della Tav, delle infrastrutture, dell’atteggiamento e della strutturazione del partito stesso. Sono due entità diverse nel modo di concepire molte cose. Loro per esempio sono anti-europeisti”.
Il Pd al momento deve pensare al prossimo congresso : “Io non faccio una questione di nomi, la cosa più importante è il contenuto dei programmi, delle idee. Bisogna capire i motivi della sconfitta, tornare a essere un partito di sinistra che deve mettere al primo posto il lavoro per venire incontro alla precarietà che c’è nel nostro Paese. Il nome è l’ultimo dei problemi. Ma naturalmente questa è soltanto una mia opinione”.
A proposito di lavoro,crede che il reddito di cittadinanza funzionerà? “Non arriverà mai ai cinque milioni di poveri che ci sono in Italia, favorirà il lavoro nero. Non mi pare una buona idea, insomma”.