Anche quest’anno abbiamo assistito alla classica conferenza stampa di fine Festival. Un’ apoteosi di felicitazioni, entusiasmo e complimenti fra amministrazione comunale e organizzatori, per sottolineare “numeri straordinari”, teatri traboccanti di pubblico, rassegne stampa da far invidia al Festival di Cannes e, di conseguenza, una città che avrebbe brillato per sette giorni. Noi, da semplici osservatori cittadini, tutto questo non lo abbiamo visto. Come sempre non entriamo nel merito della qualità dei singoli spettacoli, tanto per rispetto verso la direzione artistica, quanto perché a noi attiene valutare l’evento nel suo complesso e le ricadute sulla città, che offre un cospicuo contributo per la sua realizzazione. Siamo sempre più convinti che il Festival, la sua formula e l’indotto creato, porti poco o nulla a Todi. Con un minimo di onestà intellettuale va ammesso che i numeri fatti a teatro o nelle altre piccole location cittadine sono fatti principalmente di tuderti e cittadini del posto. L’impatto sulle attività ricettive e di ristorazione si riduce a quello di chi al Festival ha lavorato. Le taverne, che sono certamente un’esperienza apprezzabile ed interessante, non si legano all’evento Festivaliero e diventano di per sé un’offerta alternativa, che non completa la kermesse ma la affianca in parallelo.Prendiamo atto che quei partiti ( Lega e Casapound) che volevano chiudere questa esperienza, hanno contribuito addirittura ad accrescere i contributi che il Comune ha dato a questa manifestazione. L’amministrazione ha già annunciato di proseguire su questa strada anche il prossimo anno, magari investendo ancora più risorse. Noi ribadiamo tutte le nostre perplessità, ringraziando l’organizzazione e gli operatori tutti per il lavoro svolto e a cui non possiamo addebitare responsabilità, ma invitando l’amministrazione comunale a valutare attentamente l’opportunità di investire ancora su questo Festival.
Todi Civica