Carlo Angelantoni, la mira è sempre quella dei giorni belli.Un atleta vero testimonial della sua Todi.

CARLO ANGELATONI,QUALE MIGLIOR TESTIMONE PER LA CITTA’ DI TODI ?

L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE CONOSCE I SUOI INNUMEREVOLI MERITI SPORTIVI ?

DOPO I RISULTATI AGLI EUROPEI IN UNGHERIA SAREBBE DOVEROSO UN PUBBLICO RICONOSCIMENTO AL MERITO DA PARTE DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Nella sua carriera, brillano anche Oro, Argento e Bronzo. Ai Mondiali, agli Europei e ai Giochi del Mediterraneo. Carlo Angelantoni, classe 1971, è un figlio di Todi. Un atleta a tutto tondo di tiro a volo, specialità fossa olimpica. Per tanti anni ha fatto parte della Nazionale italiana, ha girato il mondo e ha tenuto sempre alto il nome dell’Umbria.

A un certo punto della sua vita, però, ha dovuto scegliere: arruolarsi in un corpo militare e continuare la sua carriera oppure cambiare vita? “Ho scelto di fare l’imprenditore. Ma se tornassi indietro, opterei per il tiro a volo. All’epoca, però, mica si sapeva che ci attendevano 10-11 anni di crisi economica”. Attenzione, pur cambiando vita, Angelantoni non ha riposto in un cassetto l’arma. Anzi. Continua a tirare, ma ha cambiato specialità, passando alla fossa universale. Anche recentemente ha dato prova di non essere assolutamente arrugginito.

“Quest’anno, agli Europei, sono arrivato secondo nella gara a squadre e quarto in quella individuale. In Coppa Europa, sono arrivato secondo, così come in Coppa del mondo. Ai Mondiali abbiamo vinto il concorso a squadre e sono arrivato sesto nella prova individuale”. Anche se svolge saltuariamente l’attività sportiva, la mira è rimasta quella dei giorni migliori. Ammette: “La fossa universale permette di competere anche quando si è più anziani rispetto alla fossa olimpica”. La nostalgia dei tempi andati, ogni tanto, si fa sentire: “Cosa si prova a salire sul podio? E’ sempre bello, un’emozione unica. In particolare quando suonano l’Inno di Mameli”.

Secondo Angelantoni, il movimento italiano è florido. Potremo stare tranquilli anche quando campioni come Pellielo appenderanno l’arma al chiodo: “Non vedo crisi. La Federazione si è rifatta il look, ci sono numerosi Centri di avviamento allo sport e si fanno attività anche nelle scuole. E’ giusto che si cominci con gli studenti perché devono capire che, anche se si usa un’arma, non si fa chissà cosa”. Tutt’altro: “Non ho mai visto litigare nel mio sport, nel tiro a volo. Pure con l’arma in mano. E sono 33-34 anni che bazzico questo mondo”. Il motivo è forse questo: “Ti viene insegnata la disciplina proprio perché avrai a che fare con attrezzature che possono essere pericolose”.

Angelantoni è pure istruttore internazionale. Mette dunque al servizio il suo sapere per le generazioni future: “Dico ai giovani che vogliono cominciare a tirare di andare nei campi da tiro e di cercare un maestro. Quando si è minorenni, l’unico limite è che bisogna essere accompagnati da chi ha il porto d’armi perché si porta in giro, per l’appunto, un’arma”.

Forse l’altro limite, sottolineato da Angelantoni, è il costo: “Una volta si diceva che era il golf lo sport per l’elite. Oggi, forse, questo posto se lo merita il tiro a volo. È un’attività costosa. L’arma costa dai 5 ai 7 mila euro, poi paghi i piattelli e le munizioni. Certo, se entri in Nazionale o in un corpo militare, i costi vengono coperti”. Aggiunge: “Si può comunque vivere facendo tiro a volo, questo lo assicuro a tutti”.

Infine, tornando indietro nel tempo, l’atleta tuderte ammette: “Qual è il mio ricordo migliore? I Giochi del Mediterraneo in Francia. Era il 1993. E’ stata l’unica volta che ho partecipato, ma è stato un po’ come essere alle Olimpiadi. Si sta nel villaggio degli atleti, l’atmosfera è quella. E il Coni ci tiene moltissimo a questa manifestazione”.