Aprire un tavolo di concertazione per affrontare in modo sinergico i problemi del turismo ad Orvieto, primo fra tutti quello del sommerso che, in questo settore e in questo territorio, sta assumendo dimensioni sempre più inquietanti.
Con questo obiettivo, i rappresentati Federalberghi Umbria ad Orvieto – Giuseppe Santi, Stefano Martucci e Paola Achilli – hanno incontrato l’assessore comunale al turismo Andrea Vincenti, al quale hanno consegnato un documento con riflessioni e proposte per le politiche del turismo di Orvieto.
Nel comprensorio di Orvieto, ha rilevato una recente indagine commissionata da Federalberghi, l’offerta turistica ufficiale rappresenta una piccola parte di quella presente sul web.
A fronte di 40 alberghi e 290 esercizi extralberghieri ufficialmente registrati nel comprensorio di Orvieto, sono stati censiti 414 alloggi presenti solo sul portale Airbnb. Orvieto, inoltre, figura al quarto posto nella graduatoria dei Comuni umbri per numero di alloggi Airbnb: 201 contro i 104 esercizi extralberghieri registrati: alloggi in affitto, B&B, agriturismi, country house.
Sono numeri, sostiene Federalberghi che sul territorio rappresenta oltre il 70% delle strutture, dai quali è facile dedurre che quella nata come sharing economy si sta trasformando di fatto, e rapidamente, in una shadow economy, con rischi seri in termini di sicurezza sociale, evasione fiscale e contributiva, lavoro nero, mancata tutela dei consumatori.
L’assessore Vincenti si è dimostrato sensibile nei confronti della denuncia di Federalberghi, impegnandosi a sostenere le richieste delle imprese per una legge regionale che colmi il vuoto normativo, dettando regole ed istituendo controlli volti ad arginare l’illegalità e la concorrenza sleale.
Molti altri gli argomenti affrontati nel corso dell’incontro: dalla necessità di una riduzione della pressione fiscale sulle imprese alberghiere, che ha raggiunto un livello insostenibile, per una imposizione più equa e ragionevole; al rilancio del Palazzo dei Congressi e la riqualificazione del Palazzo del Gusto; alla attivazione dell’Osservatorio sull’Imposta di soggiorno, con il concorso delle associazioni maggiormente rappresentative, perché le risorse derivanti dall’imposta siano correttamente finalizzate allo sviluppo di un comparto che è strategico per tutta l’economia del territorio orvietano.